Forum Verso Sud, Carfagna: “Magari un giorno Sorrento sarà la Cernobbio del Nord”

Il Ministro per la Coesione Territoriale all’evento Verso Sud di Sorrento: “Il Sud vuole cambiare il proprio destino. È emerso un Sud determinato”

“Quello che è emerso in questa due giorni è il cambio di paradigma, mi pare evidente che il governo scommette su questo cambio di paradigma, dove il Sud non è più considerata la cenerentola d’Italia, non è più considerato un territorio perso e da risarcire con sussidi, politiche assistenziali e bonus ma tutt’altro come territorio da far crescere e correre sulle proprie gambe e competere con il resto d’Italia, e perché no con il resto d’Europa e il resto del mondo”. A dirlo il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Mara Carfagna, nel suo intervento conclusivo della due giorni che si è svolta a Sorrento, a cui hanno partecipato le più alte cariche dello Stato, dal titolo Verso Sud. La strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo.

“Il Sud – ha proseguito Carfagna – è l’area che può dare di più e consentire così a tutto il Paese di poter crescere. Un’area per la quale vogliamo cambiare il destino, il Sud vuole cambiare il proprio destino, non più periferia dell’Italia e dell’Europa ma frontiera d’Europa nel bacino mediterraneo allargato. È emerso un Sud determinato, tenace che non chiede privilegi e assistenza ma chiede diritti e opportunità. Questo è stato l’obiettivo del nostro forum”. Un forum che secondo Carfagna potrebbe diventare un appuntamento annuale e quindi un giorno “potrebbe diventare come Cernobbio”. Ironizzando infatti sulla definizione di Cernobbio del Sud data alla prima edizione della due giorni di Sorrento, Carfagna ha affermato di essere “abituata a osare”.

Ieri l’intervento al forum del premier Draghi. “Dalla formazione di questo Governo, il Sud è al centro dell’azione dell’esecutivo, delle nostre politiche di rilancio del Paese. Vogliamo che il Mezzogiorno torni ad avere la centralità che merita, in Italia e in Europa. Il quadro geopolitico che ci muta davanti presenta rischi, ma anche opportunità, in particolare per i Paesi del Mediterraneo. La giornata di oggi è un segno della nostra volontà di immaginare e costruire un Sud diverso. Un Mezzogiorno protagonista delle grandi sfide dei nostri tempi”, ha affermato Draghi.

“L’evoluzione delle politiche pubbliche per il Meridione è spesso rappresentata come una successione di inevitabili sprechi, fallimenti. La storia economica del Sud nel Secondo Dopoguerra è però più complessa di come raccontano questi pigri pregiudizi. Dagli anni ’50 fino alla crisi petrolifera del ‘73, sospinto anche dagli investimenti pubblici, il Sud è cresciuto a una velocità superiore al Nord. In quel periodo il rapporto tra il prodotto interno lordo pro capite del Mezzogiorno e quello del Centro-Nord è migliorato di 10 punti percentuali (dal 55 al 65 per cento) – ha proseguito il presidente del Consiglio –. Tra la seconda metà degli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2000, le politiche di investimento hanno contribuito a restringere la forbice tra Nord e Sud, con impatti positivi sull’occupazione. Il Sud non era (non è) dunque destinato a rimanere indietro”.

“Il Mezzogiorno ha tutto il potenziale per convergere rapidamente verso il Centro-Nord”, ha sottolineato Draghi, ricordando che “l’Italia e l’Unione Europea devono collaborare per agevolare questo processo” e che “questo è lo spirito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che destina almeno il 40% dei fondi al Sud, finanziamenti che si sommano a quelli del Fondo per lo sviluppo e la coesione”.

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