Il sindaco di Nusco (in provincia di Avellino) aveva 94 anni e recentemente era stato colpito da un’ischemia. Fu presidente del Consiglio dal’88’ all’89’ e più volte ministro. De Mita è stato tra i principali esponenti della Prima Repubblica e della Democrazia Cristiana
Ciriaco De Mita, sindaco di Nusco (in provincia di Avellino) ed ex presidente del Consiglio, è morto a 94 anni questa mattina nella casa di cura Villa Pini, dove si trovava a causa di un attacco ischemico avuto ad aprile, che lo aveva costretto in un primo momento al ricovero all’ospedale Moscati. De Mita è stato negli anni Ottanta tra i politici più importanti in Italia ed esponente di punta della Prima Repubblica, in quanto contemporaneamente ha rivestito la carica di segretario della Democrazia Cristiana e presidente del Consiglio. Oltre questo De Mita è stato anche svariate volte ministro (per il Mezzogiorno, il Commercio con l’Estero e dell’Industria), parlamentare europeo e deputato di lungo corso, poi nel 2014 l’elezione a sindaco di Nusco a cui era seguito un secondo mandato. “Mi candido a 91 anni contro la stupidità” disse allora, con il linguaggio mai banale che lo contraddistingueva.
Tanti i messaggi di cordoglio della politica campana e nazionale. “Scompare con Ciriaco De Mita uno dei massimi esponenti del cattolicesimo democratico del nostro Paese. È stato il politico che ha rappresentato con maggiore coerenza e tenacia le esigenze del Mezzogiorno d’Italia e della sua terra. Scompare uno dei rari esponenti politici che ha sempre tentato di legare l’azione politica a un percorso di lungo periodo”. A dirlo il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, in un post sui social. Per il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, “al mondo della politica mancheranno l’intelligenza e la lucidità della sua analisi politica in particolare sul Mezzogiorno al quale, fino all’ultimo giorno, ha dedicato la sua vita all’interno delle Istituzioni”.
“La notizia della scomparsa di Ciriaco De Mita è motivo di grande tristezza. De Mita ha vissuto da protagonista una lunga stagione politica. Lo ha fatto con coerenza, passione e intelligenza, camminando nel solco di quel cattolicesimo politico che trovava nel popolarismo sturziano le sue matrici più originali e che vedeva riproposto nel pensiero di Aldo Moro”, ha detto il Capo dello Stato Sergio Mattarella. “Il suo impegno politico ha sempre avuto al centro l’idea della democrazia possibile. Quella – ha proseguito Mattarella – da costruire e vivere nel progressivo farsi della storia delle nostre comunità, della vita concreta delle persone, delle loro speranze e dei loro interessi. Nasceva da questa visione della democrazia come processo inesauribile l’attenzione per il rinnovamento e l’adeguamento delle nostre istituzioni, che non a caso fu bersaglio della strategia brigatista che, uccidendo Roberto Ruffilli, suo stretto consigliere, alla vigilia dell’insediamento del suo governo, intese colpire proprio il disegno riformatore di De Mita. Dobbiamo – ha aggiunto il Capo dello Stato – ricordarne l’impegno incessante per un meridionalismo intelligente e modernizzatore. Così come la vivacità intellettuale, la curiosità per le cose nuove, la capacità di dialogare con tutti, forte di una ispirazione cristiana autenticamente laica”.
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime il più sentito cordoglio per la scomparsa di Luigi Ciriaco De Mita. Presidente del Consiglio tra il 1988 e il 1989, più volte Ministro, protagonista della vita parlamentare e politica italiana nella sinistra democristiana, fino all’ultimo è stato impegnato nelle istituzioni locali, come Sindaco del comune di Nusco. Alla famiglia, le condoglianze di tutto il Governo”, si legge in una nota diramata da Palazzo Chigi.
Di “grande perdita” parla Cirino Pomicino, altro importante esponente democristiano ma di corrente diversa. “Pensavo che la sua determinazione gli facesse superare anche questi acciacchi. Abbassiamo la bandiera, lo ricordiamo e lo onoriamo come merita”, ha affermato Pomicino.
“Nella sua idea di politica – ha proseguito – un conto erano le divisioni tra i partiti su alcune questioni, anche importanti, ma un’altra era la ricerca di tutte le intese possibili per proseguire una battaglia politica. In questo senso, pur avendo un carattere spigoloso, possedeva una dimensione tale da diventare il segretario più longevo nella storia della DC. Come leader ha gestito la perdita di sei punti alle elezioni del 1983, costruì l’alleanza che dopo la solidarietà nazionale diventò l’asse portante del governo del Paese – ricorda Pomicino –. In questo, pur avendo il triplo dei voti, ebbe la capacità tutta politica di intuire che andava rafforzata l’alleanza di centro sinistra, offrendo a Bettino Craxi la presidenza del consiglio. In quell’occasione nacque l’alternanza tra DC e PSI alla guida del governo e, nonostante i loro rapporti non fossero dei migliori, questo non ha mai intaccato la politica di quell’alleanza. La prova più evidente fu nell’84 sulla scala mobile: per raffreddare l’inflazione il governo la modificò, ci fu uno scontro duro con il PCI ma De Mita non esitò minimamente a spostare il partito sul governo, tanto che si andò al referendum e si vinse tra i lavoratori e nella società civile”.