Pozzuoli 22 settembre 2012. Un evento formativo organizzato dal Sindacato forense puteolano, tenutosi in un albergo cittadino, è stata l’occasione per incontrare un gruppo di avvocati del Foro di Napoli e sentire gli umori della base dell’Ordine degli Avvocati. All’apertura dei lavori erano presenti, il Presidente dell’Ordine, l’avvocato Francesco Caia e gli avvocati Maurizio Bianco (COA Napoli) e Francesco Palmese (Sindacato forense puteolano), moderatore dell’incontro.
Recenti decreti ministeriali pare si siano abbattuti come una mannaia sul sistema giudiziario italiano causando malumori nella categoria che non si sente affatto tutelata e rappresentata dagli organismi di tutela dei professionisti: il taglio delle spese dello Stato che ha abolito centinaia di Tribunali in tutta Italia; il filtro di ammissibilità dell’appello (ndr, ogni persona che ha perso una causa in primo grado e vuole fare appello rischia che il giudice di appello lo dichiari improcedibile con ordinanza succintamente motivata, vai all’articolo); il socio di capitali per gli studi legali; una serie di limitazioni al diritto di chiedere l’equo indennizzo ai sensi della legge Pinto (per irragionevole durata del processo) previste nel Decreto sviluppo; la mediazione che renderebbe la giustizia un servizio privato amministrato da soggetti privati soggetti alla logica del commercio (ndr, vi rimandiamo agli approfondimenti di NapoliTime e alle lettere inviate in redazione: “La mediazione vanta anche fans” – “Mediazione civile. Forse occorrerà istituire una figura di mediazione tra avvocati e mediatori” – “L’Istituto della Mediazione civile e commerciale. Uno strumento nuovo per le controversie, sconosciuto ai più“) e dulcis in fundo l’abolizione delle Tariffe per i compensi degli avvocati.
In proposito abbiamo sentito l’avvocato Renato Lugli, del Foro di Napoli.
“Sono stati emanati una serie di Decreti ministeriali contro la nostra categoria professionale. L’ultima trovata è l’abbattimento delle nostre parcelle e l’aumento dei contributi unificati per avviare una causa di lavoro e previdenziale, che in un anno e mezzo sono raddoppiati. Provvedimenti legislativi tutti stranamente emanati nei mesi di luglio ed agosto, di cui veniamo a conoscenza solo al ritorno dalle vacanze.”
La tensione è palpabile e la rabbia evidente. “La contestazione da dove nasce” – continua l‘avvocato Lugli – “la base degli avvocati è letteralmente incazzata, perchè i nostri rappresentanti, quelli che noi abbiamo votato per rappresentarci presso le Istituzioni, fino ad ora non hanno fatto assolutamente nulla per difendere le nostre istanze. Nessuna posizione decisa, definita e chiara è stata presa per contrastare tutte quelle azioni che minano alla base il sistema giudiziario italiano e la nostra categoria”.
Ci dica dell’incontro di oggi.
“Oggi ad esempio si fa un evento formativo obbligatorio, con oggetto di discussione ‘i nuovi parametri’, un evento formativo su un decreto ministeriale ratificato in pochi mesi senza che avessimo la possibilità di istituire un tavolo di discussione dove poter esprimere la nostra posizione, e noi ora ci facciamo un evento per sentire due consiglieri che oggi verranno e saranno contestati, per dirci come si fa oggi la nuova parcella, come stessimo qui a ratificare un dispositivo che noi contestiamo totalmente. Non parliamo poi della mediaconciliazione. Anzichè andare da un giudice come normalmente abbiamo fino ad oggi, si deve andare obbligatoriamente a rispondere presso un organismo privato creato per interessi economici da privati, pagando per tentare una conciliazione che dovrebbe evitare un futuro giudizio. Ma in realtà già è prevista la conciliazione ed è quella con il Giudice di Pace. Conciliazione miseramente fallita anche nel campo del lavoro”.
La categoria degli avvocati non gode di grandi favori nella pubblica opinione, probabilmente per le tariffe spesso considerate non proporzionate al servizio professionale realmente reso. Perchè il cittadino dovrebbe vedere con indulgenza la vostra protesta?
“Noi siamo l’ultimo baluardo in difesa del cittadino. I decreti che noi contestiamo sono stati emanati per andare incontro ai forti interessi economici di banche ed assicurazioni, a discapito dei cittadini. Un cittadino ora deve rimettere le proprie speranze, per vedersi riconosciuto un diritto, alla mediaconciliazione e deve pagare, poi affrontare una causa e pagare ancora”.
Quindi la tanto sbandierata riduzione dei costi della giustizia per i cittadini, nella realtà dei fatti non si verifica con questi provvedimenti.
“Assolutamente no, i costi della giustizia in Italia sono aumentati notevolmente. Ancora un’altra chicca, è stato eliminato di fatto un grado di giudizio, è stato approvato, sempre nel mese di agosto il filtro per gli appelli. Se perdo una causa e ritengo di aver subito un’ingiustizia, in un paese democratico chiedo un secondo grado di giudizio, ricorrendo in appello. Oggi il presidente del Tribunale o della corte di appello, ha la facoltà di assegnare ad un magistrato l’esame del ricorso in appello, e questi con un giudizio sommario, può decidere che non esistono i presupposti per concedere l’appello. Con ordinanza stringata e senza motivare la decisione, cestina la richiesta non sussistendo buoni margini per l’accoglimento del ricorso. Tutto in base ad un criterio del tutto soggettivo”.
La categoria è compatta a portare avanti la vostra protesta? Come pensate di manifestare la vostra contrarietà a quanto disposto dal Governo.
“Abbiamo la ferma intenzione di promuovere una manifestazione dal forte impatto mediatico. Noi abbiamo un solo modo per protestare: dobbiamo bloccare i Tribunali. Dobbiamo incatenarci, dobbiamo fare le barricate davanti ai Tribunali finchè il Governo non ci darà ascolto. Dobbiamo bloccare tutte le cause. Questo è l’unico modo per farci ascoltare. E’ finito il tempo delle chiacchiere. Noi che siamo gli operai del diritto, dobbiamo scendere in piazza”.
Siamo disuniti. Dobbiamo incatenarci e protestare fuori al Tribunale. Gli fanno eco i colleghi, riunitisi in capannello. L’avvocato Loretana Rosso, del Foro di Napoli, aggiunge.
“L’attacco agli avvocati inizia nel 2006 con l’abolizione dell’inderogabilità delle Tariffe da parte del Decreto Bersani sulle liberalizzazioni. L’attuale governo, nell’ottica delle liberalizzazioni ancora più ampie, ha abolito le Tariffe. Ora se la professione è liberalizzata è giusto che non ci siano Tariffe e che il prezzo dei servizi legali venga fatto dal mercato. Tuttavia il Governo – continua l’avvocato Rosso – fa di più, in una professione ormai liberalizzata introduce dei parametri che i giudici dovranno rispettare nella liquidazione dei compensi. In pratica via libera alla concorrenza ma con dei “calmieri” nella determinazione del compenso (primo paradosso). I nuovi parametri prevedono compensi da fame (tipo da 20 a 100 euro) per alcuni tipi di atti: precetti, decreti ingiuntivi e cause davanti al Giudice di Pace, che sono gli atti di cui si occupano gli avvocati giovani e nei quali i soggetti soccombenti sono banche ed assicurazioni. Quindi calmierare verso il basso il compenso degli avvocati avvantaggia i soggetti economicamente forti a discapito dei cittadini che hanno subito un torto da parte di questi colossi”.
Hanno inizio i lavori della giornata. Introduce il Presidente dell’Ordine che, ben consapevole del rischio di contestazioni, esordisce col dire: “Quello che a noi serve in questo momento storico è qualcosa di clamoroso ed eclatante per cambiare la storia dei rapporti tra avvocatura e potere politico. Siamo tutti responsabili della nostra storia ed in tutte le maifestazioni che abbiamo fatto c’era chi non era con noi (…) Ho cominciato a chiamare tutti i Presidenti degli Ordini d’Italia (…) perchè dobbiamo andare a Roma a fare una grande manifestazione nazionale“.
E’ vero, i nostri rappresentanti in Parlamento nulla hanno fatto per evitate la distruzione di una categoria
E’ vero, i nostri rappresentanti in Parlamento nulla hanno fatto per evitate la distruzione di una categoria
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tenetemi aggiornato x lo scipero o l’incatenamento son d’accordo..fatemi sapere quando e dove…bisogna lottare
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questo è velleitarismo. velleitarismo è una valutazione sul metodo, non un giudizio sui contenuti o sulle persone. si può essere legittimamente indignati, si può protestare contro qualcosa che si vuole evitare finchè si può evitare, ma quando questa cosa é arrivata, realismo politico è battersi per costruire e ricostruire col materiale che c’è. indignarsi sul latte versato o a buoi scappati è umano e comprensibile, ma non è politico. e una classe dirigente responsabile ha l’onere di dare speranza,concepire exit strategies e limitazioni dei danni, anche se il mondo in cui vive non è quello che vorrebbe o spererebbe. il coro delle troiane è quello delle schiave senza speranza. invece quello che qui ci vuole è il volo della fenice.
questo è velleitarismo. velleitarismo è una valutazione sul metodo, non un giudizio sui contenuti o sulle persone. si può essere legittimamente indignati, si può protestare contro qualcosa che si vuole evitare finchè si può evitare, ma quando questa cosa é arrivata, realismo politico è battersi per costruire e ricostruire col materiale che c’è. indignarsi sul latte versato o a buoi scappati è umano e comprensibile, ma non è politico. e una classe dirigente responsabile ha l’onere di dare speranza,concepire exit strategies e limitazioni dei danni, anche se il mondo in cui vive non è quello che vorrebbe o spererebbe. il coro delle troiane è quello delle schiave senza speranza. invece quello che qui ci vuole è il volo della fenice.
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alle prossime elezioni politiche è prevista una diserzione dalle urne del 45% e questo prima dell’affaire ragione lazio. forse, quindi, anche di più. noi avvocati siamo pronti anche a gesti più clamorosi, come la riconsegna dei certificati elettorali al ministro di (in)giustizia sig.ra severino e alla rinuncia di massa alle rappresentanze legali d’ufficio e dei non abbienti (per le quali ultime i nuovi parametri severiniani prevedono un abbattimento di oltre il 50% degli onorari liquidati, già oggi miserrimi e pagati ben oltre 2 anni dopo la chiusura del processo – sic!). queste ultime due iniziative colpiranno, ovviamente ed evidentemente, le fascie di popolazione più povere e meno tutelate e solo allora i cittadini TUTTI, compresi gli inerti giornalisti, capiranno il danno che un governo lobbystico ha procurato e continua a procurare a questa nazione.
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