Il governatore commenta la caduta del governo Draghi. E sui dati Istat dice: “Non credo alle cifre dell’Istat che parla di 5 milioni di poveri assoluti e 7 relativi”
“Abbiamo dato per l’ennesima volta l’immagine di un grande circo equestre. Il primo risultato di questa vicenda politica sconcertante è la perdita di dignità e credibilità dell’Italia sul piano internazionale”. A dirlo il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in merito alla caduta del governo Draghi. “Per l’ennesima volta – aggiunge De Luca – l’Italia si presenta come un Paese del tutto inaffidabile, preda di turbolenze politiche, di vicende partitiche sconcertanti, con Governi che non riescono a stare in piedi più di un anno e mezzo. Questo è qualcosa di davvero umiliante per il nostro Paese”.
Secondo De Luca “la responsabilità di questa crisi è dei Cinque Stelle, della Lega e di Forza Italia. I Cinque Stelle hanno fatto qualcosa di sconcertante. Conte, che ha detto ‘ci hanno messo alla porta’, ma è una mistificazione. Se c’è una cosa che Draghi ha ripetuto con chiarezza in queste tre settimane è la sua intenzione di non dare vita a un Governo senza il consenso dei Cinque Stelle. La verità è che hanno promosso un’iniziativa tutta rivolta agli interessi di partito per cercare di recuperare qualche voto. Un’iniziativa irresponsabile, alla quale si è aggiunta l’iniziativa altrettanto irresponsabile di Lega e Forza Italia che hanno proposto a Draghi di fare un Governo con il loro appoggio purché privo dell’appoggio dei Cinque Stelle, una manfrina evidente”.
“Dopo il 25 settembre noi rischiamo di avere una situazione politica peggiore di quella attuale, o perlomeno identica – sottolinea il governatore –. Abbiamo un sistema elettorale che è francamente demenziale. In Italia abbiamo una legge elettorale che prevede che ci sia una rappresentanza parlamentare per tutti, anche per un amministratore di condominio. Una democrazia che voglia funzionare non può garantire la rappresentanza a tutti, anche a chi non rappresenta nulla”. Per questo, prosegue De Luca, “avremo dovuto trovare il coraggio in Italia di fare una legge alla tedesca, anche proporzionale ma, se non con lo sbarramento al 7%, almeno con una soglia del 5%. Questo avrebbe consentito di avere un Parlamento più o meno governabile. In Italia nessuno ha avuto il coraggio di fare una proposta del genere. Quindi andiamo a votare con questa legge e rischiamo di avere dopo il 25 settembre esattamente la stessa situazione, perché al di là delle chiacchiere che sentiamo raccontare in queste ore le divisioni e le frantumazioni sono da tutte le parti”.
De Luca ha parlato anche del reddito di cittadinanza, una misura fortemente voluta dai 5 Stelle e più volte criticata dal governatore. “In Italia dovremmo fare una operazione verità. Fermo restando l’aiuto vero alla povera gente. Non bisogna erogare nessun contributo se non c’è disponibilità a lavorare o a fare formazione professionale. Non possiamo educare una intera generazione al parassitismo”, afferma De Luca. “Non è vero che prima dell’RdC non c’erano aiuti alle famiglie – aggiunge – c’era il reddito di inclusione, con un fondo di 3 miliardi. La differenza è che era erogato dai Comuni, che verificavano le povertà, erano un filtro contro gli imbrogli e i soldi si davano alle famiglie, non ai singoli. Certo, si poteva ampliare e migliorare”.
Secondo De Luca i dati Istat sulla povertà non sono reali. “Non credo alle cifre dell’Istat che parla di 5 milioni di poveri assoluti e 7 milioni relativi. Abbiamo sicuramente 2-3 milioni di poveri veri. Ma se avessimo davvero 5+7 milioni di poveri ci sarebbe la rivoluzione. Sono dati che non corrispondono alla realtà. La verità è che ci sono 100 forme di integrazione del reddito con lavoro nero, occulto, imbrogli di vario tipo”.
Il governatore parlando della situazione economica e dell’aumento dell’inflazione è tornato ad auspicare il taglio del cuneo fiscale. “Abbiamo alcuni settori produttivi nei quali l’aumento dei costi è stato talmente rilevante che se questo aumento si fosse riversato sui prezzi al consumo avremmo avuto cose inimmaginabili. Vi faccio un esempio su 1 kg di pasta. L’aumento dei prezzi del grano, gasolio, elettricità è stato talmente elevato che se si fossero dovuti riversare sui prezzi al consumo noi oggi dovremmo pagare 10 euro per 1 kg di pasta. Questo ci dicono gli imprenditori del settore. Si sta cercando di evitare di incentivare la fiammata di inflazione, di aumento di prezzi. L’inflazione già di per sé va sull’8-9%, abbiamo un aumento dei prezzi al consumo per gli alimentari, una situazione pesante. Siamo tutti d’accordo sul taglio del cuneo fiscale – sottolinea –, sarebbe una cosa da fare subito investendo 15 miliardi di euro per tagliare il costo del lavoro, dare una mano alle imprese e dare a ogni lavoratore uno stipendio in più. Significherebbe dare la 14esima a tutti per fare un esempio. Questa è una misura da prendere”.