Il sindaco di Benevento ha parlato di indulto come soluzione ai problemi delle carceri a margine della presentazione della lista Noi di Centro-Europeisti, che parteciperà alle elezioni politiche del 2022
“Credo che ci sia l’esigenza di un nuovo indulto perché da quando ho fatto il ministro sembra non essere cambiato assolutamente nulla. La recrudescenza delle difficoltà carcerarie è diventata incredibile, questo serve per le forze di polizia penitenziaria ma anche per chi sta là dentro, persone che hanno commesso errori, peccati dal punto di vista cristiano e legale, ma che non possono essere maltrattate in nome e per conto della Costituzione. Quindi chiediamo un nuovo indulto, però nessuno approfitti di questo perché non bisogna mica compiere atti scellerati per un nuovo indulto”. A dirlo Clemente Mastella, sindaco di Benevento e segretario nazionale di Noi Di Centro, a margine della presentazione a Napoli della lista Noi Di Centro-Europeisti, che parteciperà alle elezioni politiche del 25 settembre 2022.
Il tema del carcere è stato sollevato in queste ore anche da Samuele Ciambriello, garante campano dei diritti delle persone sottoposte a misura restrittiva della libertà personale, con un appello alla politica. “Venite in carcere, toccate con mano la realtà della detenzione, preoccupatevene anche se non genera consensi. Dimostrate, candidati, che siete interessati al carcere, a tutte le problematiche che ruotano intorno all’esecuzione penale. Tornate a parlare di giustizia e inserite tra i tanti obiettivi quello di realizzare una riforma della giustizia che riconsideri gli antichi principi della pena già enunciati da Cesare Beccaria”, ha affermato il garante.
“Mi dispiace tanto constatare – ha proseguito – che il tema del carcere e quello della giustizia non sia la priorità di alcuno schieramento, anzi sono temi pressoché assenti. Io ritengo che la politica non può non accogliere l’esigenza di restituire dignità a chi ha sì sbagliato, ma sta pagando per quell’errore. Ritengo che i candidati debbano varcare le porte del carcere: ascoltare storie, esperienze, disagi, ingiustizie, fa accorciare le distanze, ridurre l’indifferenza. Il carcere esiste, non è e non può diventare una discarica sociale. Il tema della detenzione, così come quello della giustizia, che sia equa e certa nei tempi, riguarda tutti noi. Restare in silenzio – conclude –, considerare il carcere un luogo che dà sicurezza alla collettività, è un errore colossale. In relazione ai detenuti pensiamo di essere vittime, ma ci rendiamo conto che spesso siamo complici”.