La grande kermesse di musica popolare giunta alla 20esima edizione si svolgerà giovedì 22 e venerdì 23 a Piazza Mercato. Sul palco, tra gli altri, Lina Sastri, Enzo Gragnaniello e anche Isa Danieli, Dario Sansone dei Foja e Roberto Colella de La Maschera
Slittano solo di pochi giorni le date previste per “La Notte della Tammorra”, il più grande evento campano di musica popolare che si inserisce nel progetto Napoli Città della Musica del Comune di Napoli, curato dall’associazione “Il Canto di Virgilio”. La manifestazione, con Carlo Faiello Maestro concertatore, quest’anno compie 20 anni e si svolgerà giovedì 22 e venerdì 23 settembre a partire dalle 21 a Piazza Mercato.
La kermesse si divide in due serate ad ingresso gratuito: La Notte delle radici nel Cielo permette di uscire dai limiti dei propri confini grazie alla capacità di musicisti e artisti che sanno leggere il passato in chiave contemporanea. Dalle 21 saliranno sul palco con Carlo Faiello e l’Orchestra Notte della Tammorra tanti ospiti. La Notte delle Radici profonde consente un viaggio nel mondo della civiltà contadina ripercorrendo la semplicità dei canti, delle danze e delle comunità che ancora oggi conservano il fascino del rapporto Uomo – Natura. Dalle 21 saliranno sul palco paranze e musicisti di tutte le province della Campania: Avellino, Benevento, Caserta, Salerno, Napoli.
Giovedì 22 settembre dalle ore 21.00. La Notte delle radici nel cielo permette di uscire dai limiti dei propri confini grazie alla capacità di musicisti e artisti che sanno leggere il passato in chiave contemporanea. La direzione artistica ha pensato di riassumere il significato di “radici” in un passaggio di prosa affidato alla maestria della grande Isa Danieli. Una delle Band più rappresentative del Nu Folk partenopeo. L’ensemble metropolitano chiuderà il Ventennale della Notte della Tammorra con un repertorio vario aperto alle molteplici sonorità del sud.
Venerdì 23 Settembre dalle ore 21.00. La Notte delle Radici profonde consente un viaggio nel mondo della civiltà contadina ripercorrendo la semplicità dei canti, delle danze e delle comunità che ancora oggi conservano il fascino del rapporto Uomo – Natura.