Autonomia differenziata, la regione Campania ricorrerà alla Corte Costituzionale

Iniziativa da parte della Regione parallela al percorso del referendum abrogativo, per il quale sono state già raggiunte le firme necessarie al voto

Lunedì 26 agosto la Regione Campania presenterà ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge sull’autonomia differenziata. Volontà già espressa nei mesi scorsi a più riprese dal governatore Vincenzo De Luca. Al lavoro sul testo del ricorso avvocati esperti in diritto amministrativo e il costituzionalista Francesco Marone, docente di Diritto costituzionale all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Si tratta di un’iniziativa, quella della Regione, parallela al referendum per abrogare la legge, per il quale sono state già raggiunte le 500mila firme necessarie al voto, con il grande contributo dei cittadini campani (97mila firme digitali e 13mila firme raccolte ai banchetti organizzati sul territorio regionale).

“In meno di un mese – il commento del segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci – è stato raggiunto un risultato straordinario. E la Campania, con oltre 97mila firme digitali e 13mila raccolte ai banchetti promossi dalla nostra organizzazione ha dato un contributo importante superando, in totale, le 100mila firme raccolte nella nostra regione. Tuttavia non è il tempo di fermarsi, ma bisogna proseguire nella raccolta firme”.

“Se con i nostri referendum, da soli, abbiamo raccolto oltre 1 milioni di firme, – ha aggiunto Ricci – con questa grande alleanza democratica che si sta battendo contro l’ingiusta e iniqua legge sull’autonomia differenziata dobbiamo superare quest’obiettivo. Come già annunciato, dalla prossima settimana continueremo ad essere nelle piazze e nei luoghi di lavoro per proseguire la raccolta tra lavoratrici e lavoratori che saranno le principali vittime di questa legge che Spacca il Paese e impoverisce il Sud e la Campania. Adesso – ha concluso il segretario generale Cgil Napoli e Campania – ci aspetta una lunga campagna elettorale per portare i cittadini e le cittadine alle urne la prossima primavera per dare la bocciatura definitiva a questa legge”.

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