I nubifragi che hanno colpito alcune zone del Paese, i drammatici fatti ad essi collegati ed il crescente rischio di dissesto idrogeologico, oltre a mettere in ginocchio molte regioni, stanno minando anche il comparto turistico perché lo scenario non favorisce l’apertura a viaggiare dove potrebbero esserci dei rischi. Secondo Agriturist, infatti, “In questo momento di crisi, con il poco tempo/denaro disponibile che, impone di dedicare massima attenzione al dove e come andare in vacanza, ogni aspetto, sopratutto l’affidabilità della località di destinazione, influisce sulla decisione finale del turista.”
Nella classifica europea degli Stati alluvionati, l’Italia occupa le prime posizioni. Le cause principali sono riconducibili alle caratteristiche geomorfologiche, idrologiche e climatiche, negli ultimi anni, infatti, sono avvenuti sfasamenti stagionali che hanno provocato una modificazione della distribuzione delle piogge. Premesso questo, è fondamentale sottolineare che, le alluvioni, dipendono anche dalla mancanza di una politica del territorio e dalla massiccia edificazione, spesso realizzata in spregio alle norme di sicurezza, spinta da interessi economici ed affrancata dai condoni edilizi.
La cementificazione, secondo i dati illustrati il 14 settembre scorso dal Presidente del Consiglio, Mario Monti, durante la diffusione del DDL quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e contenimento della cementificazione del suolo agricolo, ha provocato un mutamento radicale degli appezzamenti, “In quaranta anni, la superficie agricola è passata da 18 a 3 milioni di ettari, un territorio equivalente a Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna“.
Per questo, a prescindere dalle caratteristiche morfologiche dell’Italia, il rischio idrogeologico è sempre più alto, perché I terreni hanno perso la loro connotazione naturale e quindi le loro difese.
“In base ad una indagine condotta, già nel 2008, dal Ministero dell’Ambiente, sono 6633 i Comuni italiani ad alta criticità idrogeologica, con 29.517 kmq di aree a rischio, di cui 17.254 kmq soggetti a frane e 12.263 Kmq esposti ad allagamenti. Uno studio di Legambiente e Protezione Civile, condotta nel 2011, individua 1.861 comuni nei quali sono a rischio anche insediamenti turistico-ricettivi. La maggior parte di questi comuni”, sottolinea Agriturist, “Sono rurali e, in seguito alle alluvioni, subiscono danni gravi le attività agricole e le piccole attività turistiche, comprese quelle agrituristiche”.
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