De Magistris e il Movimento Arancione. Il punto di NT.

de magistris movimento arancioneIl problema è sempre lo stesso: una sinistra frammentata che non riesce ad unirsi e trarre vantaggi da ciò. Agli innumerevoli partiti, quindi, si aggiunge quello napoletano del Movimento Arancione che, di essere chiamato partito non ne vuole proprio sapere.

Il sindaco Luigi de Magistris lavora quasi da un anno a questo progetto che, probabilmente, vedrà la luce il 21 dicembre, giorno della fine del mondo per i Maya. Una squadra formata da comunisti quali Paolo Ferrero e Oliviero Diliberto, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il verde Paolo Bonelli è pronta ad accogliere, vivamente, Antonio Ingroia, ex pm siciliano.

Il sì del magistrato, ora in Guatemala, con un incarico Onu, dopo aver analizzato e investigato sulla trattativa Stato-mafia, arriva via skype in seguito ad una lunga call conference. Ingroia è pronto a mettersi in gioco e a candidarsi come leader degli Arancioni, al fianco dell’ideatore de Magistris che rimarrà a fare il sindaco di Napoli.

“Basta ai partiti personali dei Berlusconi, dei Di Pietro, dei Casini e dei Fini. Ci vogliono partiti fatti da persone, da storie che sono nei territori – ha detto de Magistris – io continuerò a fare il sindaco fino alla fine del mandato, ma appoggerò chi sta organizzando una lista per il movimento Arancione. Auspico che si tratti di una lista orizzontale che non sia una verniciatura per il riciclaggio di vecchie cose.”

Dall’Idv non arrivano segnali chiari. Fumosa è la dichiarazione di Di Pietro: “Io ci sarò, orgoglioso di rappresentare l’unico partito di opposizione in parlamento e presente in tutte le istituzioni territoriali.” Ci sarà, quindi, in quanto leader del partito o come componente del nuovo movimento? Niente ci è ancora dato di sapere.

Riguardo alla discesa in campo di Ingroia sorgono molte perplessità, soprattutto nel centrodestra, cominciando da Sandro Bondi: “Una decisione come quella che si appresta a prendere Ingroia sarebbe sufficiente per togliere ogni credibilità al magistrato e ogni fiducia nel novello politico.”

Adriana Poli Bortone, sempre del centrodestra, ex sindaco di Lecce e ora senatrice, spiega: “Correttezza vorrebbe che piuttosto che l’aspettativa, ci fossero le dimissioni da magistrato per potersi dedicare completamente alla campagna elettorale.” A novembre, de Magistris, era anche propenso ad un possibile dialogo con il vincitore delle primarie; oggi, la paura di Nichi Vendola di una concorrenza diretta nel proprio bacino elettorale e quella di Pier Luigi Bersani, di spostare eccessivamente l’asse della propria coalizione a sinistra, hanno visto sfumare, per il momento, quest’ipotesi.

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