Napoli 2 gennaio. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell’incontro con i giornalisti all’uscita della Prefettura di Napoli ha dichiarato: “Mi auguro che possiamo avere nel 2013 un anno in salita, di crescita”. Nel suo consueto soggiorno nel capoluogo campano, per il capodanno, ha rispettato il tradizionale caffè al Gambrinus, accompagnato dal Prefetto Francesco Musolino.
Napolitano ha inoltre avuto un pensiero particolare per la sua città: “Rivolgo un augurio speciale a Napoli e ai napoletani, spero in un anno di crescita soprattutto per Napoli. Un augurio affettuoso a tutti voi uomini e donne d’Italia che vivete e operate in patria e all’estero.”
Sono queste le parole con cui il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha esordito nel suo ultimo discorso di fine anno il 31 dicembre.
Punto cardine del suo discorso è la “questione sociale da porre al centro dell’attenzione e dell’azione pubblica”.
Ripetendo l’importanza degli sforzi fatti dal governo di Mario Monti per restituire all’Italia la fiducia dei mercati internazionali, ha precisato che, sono state “scelte di governo dettate dalla necessità di ridurre il nostro massiccio debito pubblico obbligando i cittadini a sacrifici, che inevitabilmente, contribuiscono a provocare recessione.”
Il suo è anche un messaggio di speranza senza negare le difficoltà: “L’Italia ha titoli e responsabilità per essere protagonista di un futuro di integrazione e democrazia federale. Sta per iniziare un anno ancora carico di difficoltà, ma abbiamo forti ragioni di fiducia negli italiani e nell’Italia.”
In risposta al discorso di fine anno del Presidente, c’è un generale clima di approvazione da parte dei vari esponenti politici.
Per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, Giorgio Napolitano “ci ha indicato la strada”. Sempre in linea con il principio di equità sociale, Bersani ha rilevato l’importanza della questione sociale evocata da Napolitano che “deve essere al centro delle preoccupazioni – ha precisato – non vi può essere sviluppo senza una maggiore giustizia sociale e senza riscatto per il Mezzogiorno, attenzione per i più deboli, e soprattutto prospettive per i giovani.”
Passando al commento di Silvio Berlusconi: “Mi riconosco nelle parole rivolte a tutti gli italiani dal Presidente della Repubblica che ha ricordato la pesante eredità che grava sul futuro delle nuove generazioni e l’urgenza di promuovere la ripresa della nostra economia per risolvere la drammatica crisi sociale che affligge l’Italia.”
Anche il Presidente del Consiglio Mario Monti convoglia l’attenzione sulla questione sociale espressa da Napolitano, che ha lanciato agli italiani un “messaggio forte carico d’impegno e di speranza”.
Giungono parole dure da parte del presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro nei confronti di Napolitano: “Il discorso del Presidente della Repubblica, quest’anno è stato più vuoto che mai, senza alcuna assunzione di responsabilità.”
Di Pietro ha molto contestato il Presidente che, a suo giudizio, “non ha fatto il suo dovere mettendo il Parlamento di fronte alle sue responsabilità – ha anche precisato che – non ha mai sollecitato le Camere per la risoluzione di quello scandalo che si chiama conflitto d’interessi.”
Per Antonio Di Pietro è il Capo dello Stato, Garante della Repubblica, il responsabile di molte situazioni drammatiche in cui imperversa il paese: “Con la scusa della crisi, sono stati tolti i soldi ai cittadini e allo Stato, ma sono stati dati alle banche – ha anche aggiunto – non possiamo accettare che, come accadde nel feudalesimo, si chieda l’obolo ai servi della gleba, mentre si mantengono intatti i privilegi, i patrimoni, i soldi della Casta e dei corrotti.”
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