Tra l’anno 2011 ed il 2012, il Turismo enogastronomico, è cresciuto del + 12%, risultato altamente soddisfacente anche alla luce della incalzante crisi economica.
È quanto emerge dal Rapporto Annuale n. 11 dell’Osservatorio sul Turismo del Vino in Italia, promosso dalle Città del Vino e realizzato dal Censis Servizi, presentato il 15 febbraio scorso a Rho-Milano presso la Fiera BIT, Borsa Internazionale del Turismo, edizione 2013.
Quello che in origine era un settore esclusivo, per turisti competenti ed appassionati, oggi, per moda o perché fortemente legato anche alle brevi vacanze e le piccole evasioni, si è innestato anche verso clienti meno specializzati rendendo il Turismo enogastronimco uno tra i fenomeni di maggior successo in Italia, capace di produrre un giro di affari compreso tra i 3 ed i 5 miliardi di euro.
Il Rapporto è suddiviso in due parti, la prima dedicata a dati tecnici realizzati su un campione di 146 sindaci di Comuni a vocazione enoica e su un panel di 60 produttori di vino pregiati; la seconda è riservata alle province italiane ordinate su precisi indicatori quali: i produttori di vino di alto profilo, i ristoranti di livello, il patrimonio territoriale di prodotti tipici, l’accoglienza green (agriturismi), il paesaggio (aree agricole e aree coltivate) e la potenziale animazione locale legata alle proprie specializzazioni alimentari.
Tra i dati emergenti spicca la qualità dell’ambiente, fattore primario, al 23%, seguono arte e cultura al 19%, con la stessa percentuale anche sagre ed eventi, mentre l’enogastronomia in senso stretto è al 17%, il vino al 13% ed il 9% racchiude il vario restante. Il settore wine & food è un prodotto di tendenza per il 70,8% degli amministratori e per l’80% degli operatori, mentre per il 65% dei sindaci e l’81,5% degli addetti ai lavori resta ancora un mercato di nicchia. Il Web è lo strumento base sia per la promozione del territorio, i Comuni on line sono l’88,3%, sia per la pianificazione del viaggio che, l’89,2% dei turisti, organizzano in rete.
Ad oggi, l’85% dei primi cittadini ed il 61% degli operatori ritengono ancora espandibile l’offerta di nuove destinazioni. Ma, come viene sottolineato nel resoconto, è necessario monitorare l’andamento al fine di verificare quanto, l’attuale assenza di una strategia nazionale condivisa, consenta di mantenere le attuali performance positive. Il territorio con la più alta vocazione enogastronomica d’Italia è Cuneo, questo è dovuto alla presenza dei maggiori produttori di vini di qualità e l’alto livello della ristorazione, seguita da Verona e da Siena.
Al Sud è Salerno che primeggia tra le città campane ottenendo ottimi piazzamenti nelle varie categorie esaminate: seconda, dopo Cuneo, con il maggior numero di prodotti tipici (DOP e IGP) e di presìdi e condotte Slow Food, quinta con il maggior numero di ristoranti presenti nella guida “La Gola” ed ottava, tra le prime prime venti province del ranking enogastronomico e gli apprezzamenti relativi a ricettività, reti e territorio.
Come sottolinea il presidente provinciale di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio, “Questi dati confermano la crescita costante, a dispetto della crisi, di un comparto particolarmente importante per la provincia di Salerno. Turismo enogastronomico e dieta mediterranea rappresentano le leve competitive della provincia: continueremo a puntare sull’eccellenza dei prodotti tipici, degli agriturismi e delle fattorie didattiche che sono il valore aggiunto del territorio.”
Nella classifica delle province italiane con il maggior numero di produttori presenti nella guida “Il Gambero Rosso” quella di Avellino ottiene il quindicesimo posto ed è l’unica della Campania.
FOTO: yumping.it