Franca Rame, con la sua ironia, con la sua arte drammatica, con la sua straordinaria cultura e forte personalità ci ha fatto ridere, sorridere e commuovere. Accanto al marito, il nobel Dario Fo, da tutta una vita, si è spenta il 29 maggio a Milano all’età di 84 anni.
Non le rende un giusto elogio, riassumere una vita e una carriera così intense in poche righe, carriera che iniziò da neonata quando era appena in fasce. Il debutto vero e proprio avvenne nel 1950 con lo spettacolo di Marcello Marchesi Ghe pensi mi, ma il suo più grande successo lo ottenne nell’affiatamento con Fo, nella loro militanza di sinistra che li portò a mettere in scena le commedie paradossali degli anni ’50-’60 come Chi ruba un piede è fortunato in amore, o Isabella, tre caravelle e un cacciaballe
Ma la satira si fa più accesa, con spettacoli come Morte accidentale di un anarchico e Non si paga, non si paga!, nell’atmosfera di contestazione degli anni del post-sessantotto e Dario Fo e Franca Rame escono dall’ETI per fondare prima il collettivo teatrale Nuova Scena, poi La Comune.
Franca Rame aderisce con fervore al movimento femminista negli anni ’70, ancor più, dopo aver subito lei stessa una violenza di gruppo ad opera degli esponenti di un movimento di estrema destra che l’avevano rapita nel ’73. Episodio che lei narra drammaticamente solo anni più tardi, nel lavoro Lo stupro.
Diventata senatrice in Piemonte nel 2006, lascia amareggiata il suo posto nelle istituzioni già nel 2008, scegliendo la verità illuminata e illuminante del teatro alla refrattaria realtà politica. Nel giorno della sua morte la Camera e il Senato l’hanno salutata con un minuto di silenzio.
Ci lascia in ricordo gli ultimi spettacoli recenti: l’esilarante lezione aneddotica di storia dell’arte Picasso Desnudo e il ritorno sulla scena del celebre Mistero Buffo.