Enormi criticità e un allarmante mancato sviluppo celati dalle Istituzioni
Napoli, 6 giugno – “Pubblichiamo il Rapporto sul Turismo in Campania 2008, fino ad oggi mai diffuso, perché crediamo che questo sia ancora oggi lo studio più completo riguardo le attività turistiche della regione. Non ci possono essere vincoli istituzionali o di qualsiasi altra natura che ci impediscano di farlo anche se il lavoro, fino ad oggi, è rimasto bloccato in qualche cassetto, certamente non per volontà degli autori. Il Rapporto era già pronto a febbraio 2008, ma fu bloccato e fu interrotto il rapporto di collaborazione con la Regione per la quale veniva gestito l’Osservatorio del Turismo della Campania. Chiediamo a chi avrà voglia di leggere o anche solo di scorrere queste 551 pagine, o parte di esse, di esprimere un proprio giudizio!” (leggi qui: scarica pdf)
Con questa premessa, la società Mercury, la notte del 28 maggio scorso, ha pubblicato il dossier redatto da Emilio Becheri, docente dell’Università di Firenze, autore anche del Rapporto annuale sul turismo 2013 il quale ha specificato: “La responsabilità della diffusione di questo volume, a più di cinque anni dalla sua realizzazione è esclusivamente mia”.
Il carteggio, ordinato dalla Regione Campania nel 2006 con Antonio Bassolino governatore e Marco Di Lello e Claudio Velardi, nell’ordine, gli assessori al Turismo, rappresenta, secondo Becheri, lo studio più approfondito e realistico e per questo, forse, negli anni ne sono stati diffusi solo degli stralci omettendo i punti indicanti le gravi problematiche messe in luce. “Fui chiamato a far parte dell’Osservatorio sul turismo in Campania”. Precisa in un intervista sul Corriere del Mezzogiorno, “Non se n’è fatto nulla, forse perché venivano fuori cose che non si voleva fossero dette, dati che confermavano le criticità, il mancato sviluppo”.
L’Osservatorio era composto dalla Mercury, società specializzata in progetti e marketing per il turismo, Doxa, Università del Sannio e Città della Scienza.
Lo studio evidenziò “La performance negativa della Campania, che nel 1995 possedeva una quota di presenze di circa il 33% di quelle del Mezzogiorno, nel 2000 il 31% e nel 2006 il 26%.”
Anche nell’anno 2007 il movimento era in diminuzione ed il dato, messo in relazione con l’aumento del flusso nelle altre grandi città italiane, pari al 5%, realizzò una percentuale che non si fermò più al “4.6% risultante dal confronto fra anno 2007 e anno 2006, ma intorno al 10%.”
Relativamente alle attrazioni campane capaci di interessare un viaggiatore, seguendo la relazione, vennero sfatati dei concetti cardine: ovvero che il settore enogastronomico (4,7%), i grandi eventi anche culturali (2,5%) ed il turismo natura (1,5%) fossero alla base delle scelte, mentre al primo posto fu indicato il desiderio di relax fisico e mentale (26%) la possibilità di trascorrere del tempo con parenti o amici (22%) e il desiderio di avventura (9%).
Nel Rapporto si parla anche di “scarsa attrattività”, “basso grado di internazionalizzazione”, “mancanza di collaborazione“. Sotto la lente anche la mancata realizzazione di campagne web marketing e cosa ancor più dannosa “l’offerta e la relativa immagine promossa è qualitativamente inferiore alla media delle altre destinazioni turistiche nazionali.”
La documentazione, mise in risalto quelli che ancora oggi sono problemi tangibili come “Le condizioni di saturazione di alcune tra le principali vie di collegamento regionali, come ad esempio la linea ferroviaria tirrenica ed il tratto autostradale Napoli-Avellino-Benevento.”
Anche il traffico aereo venne preso in considerazione sottolineando che “È ancora tutto localizzato nell’aeroporto di Capodichino, ed i collegamenti marittimi e commerciali si avvalgono quasi esclusivamente dei porti di Napoli e Salerno.”
Sulla base dei giudizi espressi dagli intervistati, venne raggiunta la soglia minima di soddisfazione in merito alla facilità di spostamento sul territorio. Appena soddisfacente la qualità della segnaletica. Ampia insoddisfazione in merito alle condizioni ambientali, viabilità, parcheggi, traffico, pulizia e manutenzione delle strade e delle aree pubbliche.
Le argomentazioni furono decisamente critiche: “Va preso atto che la Campania è la regione che ha trovato le maggiori difficoltà nello sviluppo turistico nel periodo 2000-2006. In termini di arrivi, considerando il tasso medio annuo di sviluppo, è la sola regione che vede una diminuzione del numero (-0.2%) rispetto alle altre regioni italiane, che registrano un aumento medio del 2.5%. Considerando il periodo 1995-2006, la Campania presenta una variazione media annua degli arrivi e delle presenze rispettivamente di +1.8% e di +1.0%, assai inferiore alla media nazionale che è del +3.0% e del +2.3%.”
La situazione drammatica, mai denunciata dalle Istituzioni generò un’accesa querelle tra l’assessore al Turismo Claudio Velardi che bocciò il lavoro di Becheri il quale rispose dandogli dell’ignorante. Alla domanda se l’Osservatorio avesse lavorato bene il Professore non esitò: “Abbiamo presentato un rapporto di 550 pagine. È sul tavolo di Velardi ed è molto particolareggiato. Rende noti dati nuovi e rilevazioni statistiche che evidenziano il difficile momento del turismo. Se non lo rende noto l’assessore lo faccio io”. (Fonte: Corriere del Mezzogiorno)
Ma alla luce dei fatti, dopo tanti anni il Rapporto era da pubblicare?
Velardi ribadisce la sua posizione di allora: “Ricordo il numero spropositato di pagine e l’inutilità di quello studio. E ricordo anche che non doveva essere reso pubblico: serviva alle istituzioni perché si analizzassero le criticità e si risolvessero”.
Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio di Napoli, intervistato sulla questione afferma che l’attuale stato del comparto, in Campania, non è poi così disastroso “Certo è che soffriamo di un gap strutturale e infrastrutturale che non aiuta, anzi. Per non parlare dell’assenza di una politica nazionale del settore: è chiaro che così si perde”.
Ma secondo il Rapporto del 2013 sul Turismo italiano il Meridione è in uno stato di sofferenza di tali proporzioni: su 380 milioni di presenze annuali di turisti stranieri in Italia, meno del 20% si concentra al Sud. Per citare ancora Emilio Becheri “Il Mezzogiorno è la grande illusione del turismo italiano”.
FOTO: NapoliTime