1 luglio 2013 – La nazionale riparte da qui. Da un terzo posto in Confederations Cup, con tante certezze, la prima è quella di aver dato filo da torcere alla Spagna, campione del Mondo e d’Europa. Poco importa aver perso contro il Brasile 4-2 nel girone, unica sconfitta nei tempi regolamentari, visto che i verdeoro si sono aggiudicati la manifestazione.
Ripartire da qui, questo l’obiettivo per la nazionale di Cesare Prandelli, proprio dal Brasile che tra un anno rivedrà gli azzurri impegnati nella Coppa del Mondo del 2014. Un test importante, insomma, questa Confederations Cup che ritrova, anche a detta di Prandelli, giocatori monumentali e importanti per la nazionale.
“Buffon ha ammesso l’errore sul gol di Cavani? Gigi è un campione ed è un professionista vero ed ha risposto sul campo durante i calci di rigore”. Ancora lui, quindi, per Prandelli è sempre il numero uno degli azzurri: Gianluigi Buffon è stato decisivo nella sfida finale per il 3° e 4° posto contro l’Uruguay. A quanti dicevano che il campione juventino non parasse i rigori lui ha risposto bloccandone addirittura 3 su 5.
I critici però continuano a sommergerlo: rigori tirati male? Vero, ma questi signori forse non sanno che se un rigore viene calciato bene per il portiere è impossibile arrivarci. Sfidiamo qualsiasi portiere in circolazione a parare uno dei 7 rigori tirati dagli spagnoli contro la nazionale durante la semifinale, praticamente ogni rigore era perfetto ed imparabile.
L’Italia vuole ricominciare anche, e soprattutto, da SuperMario Balotelli che non ha giocato né contro il Brasile né contro la Spagna ma è, e rimarrà, il giocatore comunque più rappresentativo per questa nazionale.
Il bilancio di questa competizione può essere simbolicamente sintetizzato con alcuni dei voti più significativi ai convocati di questa nazionale:
Buffon 6: La difesa più battuta di tutto il torneo ma Gigi si dimostra abile nella finalina contro l’Uruguay ipnotizzando ben tre dei cinque rigoristi.
Bonucci, Aquilani, Montolivo, Barzagli, Marchisio, Giovinco, Cerci, Gilardino 5-6: qualcosa da rivedere c’è sicuramente. Questi gli azzurri più stanchi e con meno esperienza che si sono distinti forse in negativo a causa di alcuni episodi (vedi rigore Bonucci contro la Spagna, ndr). Nonostante ciò c’è molto tempo per migliorare ed integrare i nuovi ed i vecchi facendo fare esperienza a questi calciatori.
Diamanti, Chiellini, Astori, Abate, De Sciglio, Pirlo 6 – 7: Questa la mini lista di quelli che si sono distinti solo in alcune gare facendo il bello ed il cattivo tempo. Come Diamanti inesistente contro il Brasile ma super contro l’Uruguay o Astori che ha totalizzato una sola presenza segnando un gol ma uscendo per crampi (Ecco perché poi si spiega perché Prandelli l’abbia utilizzato per una sola partita, ndr). Pirlo fa il bello ed il cattivo tempo.
Giaccherini, Candreva, Maggio 8: A questi tre non si può dare meno di 8. Sicuramente i migliori in quest’Italia tutto grinta e corsa. Giaccherini super rivelazione del torneo, grande corridore e faticatore. Identico discorso per Maggio che contro il brasile rischiava di spaccare la partita ma la traversa gli ha negato il pareggio. Il partenopeo contro la Spagna s’è visto sfumare due ghiottissime occasioni da gol per bravura di Casilias. Candreva ed il suo cucchiaio aprono la lista di quelli che diventeranno importanti, e ci sarebbe da metterci la firma, così come hanno aperto la sfida ai rigori contro la Spagna. Peccato per l’esito ma l’esecuzione sarà di quelle da ricordare.
Balotelli e De Rossi 7,5: Questa la media di questi due campioni che meritano un discorso a parte. Il primo è il fantasista più puro dell’Italia, l’uomo in più che spacca le difese e serve palloni d’oro ai compagni (vedi colpo di tacco che smarca Giaccherini in Brasile – Italia, ndr) e che dagli undici metri non sbaglia mai, come contro il Giappone, peccato che in Italia – Spagna non ci fosse. Il secondo, Daniele De Rossi, è tornato a giocare sui suoi livelli grazie ad una serenità ritrovata. Un grande che potrebbe ereditare da Pirlo le chiavi del centrocampo in futuro.
Dita incrociate allora per Brasile 2014.