L’Editoriale. Da NapoliTime Magazine di giugno, in distribuzione
“A questo punto la riforma della giustizia dovete inserirla tra le priorità, è un’emergenza democratica e può riguardare qualunque cittadino, lo pretendo” – così l’ex premier Silvio Berlusconi ai suoi fedelissimi, all’indomani della condanna in primo grado a 7 anni e alla interdizione perpetua dai pubblici uffici per il reato di concussione per costrizione e per il reato di prostituzione minorile, nell’ambito del cosiddetto “processo Ruby”.
E non sono valsi gli incontri, prima con il Premier Enrico Letta e con il Presidente Napolitano, poi, a lenire le ferite del giaguaro che ora sì che appare smacchiato. Doveva essere un Governo di servizio per il Paese e di pacificazione nazionale, rischia di divenire il ring dove un vecchio pugile ferito tenta di tirarsi su e di ribaltare, ancora una volta, una probabile sconfitta ai punti. Sì perché a smacchiare il giaguaro non c’è riuscito nessuno, se non un Tribunale della Repubblica italiana.
Fermo restando che per il nostro ordinamento giudiziario, nessuno è colpevole fintanto che non viene riconosciuto tale anche al terzo grado di giudizio, noi vorremmo poter parlare di Politica e di soluzioni efficaci a fermare la grave emorragia dell’economia nazionale, che vede una classe operaia sempre più in difficoltà tra, esodati, cassa integrati, giovani e disoccupati, lavoro e futuro, speranze e prospettive reali.
Ed invece ancora una volta l’agenda politica nazionale viene ad essere dirottata verso le esigenze del leader del centrodestra, che ha oggi più che mai, l’esigenza di risolvere i suoi guai giudiziari. Intanto il Governo va alla disperata ricerca di risorse finanziarie per sopperire alle mille esigenze di un Paese allo stremo, condizionate dai tanti “capricci” di questo o di quel politico, che dividendosi tra falchi e colombe, pensa che gli italiani si interessino di ornitologia anziché a come sbarcare il lunario. E così è andato in scena l’estenuante tira e molla sull’Imu, con la decisione di rinviare a settembre la scelta dirimente; mentre lo stop al dibattito sull’aumento dell’Iva dal 21 al 22%, ma fino ad ottobre, ha determinato come contropartita che a novembre la misura degli acconti Irpef e Irap, passeranno dal 99% al 100%, e l’Ires dal 100% al 101%.
E che dire del pacchetto lavoro varato dal Governo Letta-Alfano. A Napoli si direbbe “un pacco”, visto che le risorse trovate raschiando il barile di una finanza ormai disastrata, consentiranno agevolazioni per favorire l’occupazione di 100mila giovani, senza né diploma né qualifica professionale, disoccupati da almeno 6 mesi, single o con familiari a carico. In un paese dove la disoccupazione nel primo trimestre di quest’anno ha toccato la quota record del 12,8%, la più alta da 36 anni, e tra i giovani fino ai 24 anni ha raggiunto la percentuale del 41,9%, la soluzione adottata ci appare un pannicello caldo, in una stagione che si annuncia rovente e non solo dal punto di vista climatico.
In questo scenario disarmante, è d’obbligo rivedere la nostra posizione critica nei confronti del Ministro Maria Chiara Carrozza, che con il decreto “del fare”, ha annunciato che verranno assegnate borse di studio alla categoria dei cosiddetti studenti meritevoli che decideranno di svolgere il loro corso di studi lontano dalla loro città di residenza. Questa soluzione la leggiamo, ora, come una resa incondizionata, un invito a scappare da un futuro che non sarà mai presente. Adesso la “pacificazione è finita”?
Cosa accadrà in autunno a nessuno è dato sapere. E’ piaciuta la bicicletta? Mentre loro – i politici – pedalano, in affanno come sempre si trovano gli italiani. E noi continuiamo a ripeterci. Organizziamo le Primarie, visto che non crediamo nella capacità di questo Parlamento di varare una Legge elettorale che sia costituzionale, e andiamo subito al voto.