
L’Ansaldo ha spostato l’officina a servizio della Metro fino alla Cassa Armonica, tagliando gli antichi muretti di piperno senza fare nulla per salvare dalla morte gli alberi centenari, questo di fronte ai cittadini che, quasi inebetiti, hanno assistito basiti, allo scempio. Sembra tutto così lontano dalle polemiche e le proteste generate dal primo restauro a cura di Alessandro Mendini quando, nel 1997 (le opere terminarono nel 1999), furono recuperati gli chalet ed il verde, realizzato un nuovo impianto di illuminazione ed una nuova cancellata.
L’ intervento, soprattutto per la rottura con lo stile neoclassico preesistente e l’alterazione dell’aspetto botanico della storica villa ottocentesca, creò turbamento e disorientò i cittadini di Napoli che oggi, però, davanti a questo disastroso intervento, forse, non hanno neanche più la forza di reagire.
Non sono chiare le motivazioni di quanto sta accadendo e le stesse Istituzioni sembrano agire in sordina. Qualche cittadino incontrato in Villa avanza un’ipotesi che fa riflettere. Forse la reale volontà dell’attuale Amministrazione potrebbe essere quella di rimuovere la Villa Reale Borbonica, spostando il giardino fino al mare, cancellando così completamente una parte della storia di Napoli. Una storia che invece dovrebbe essere tutelata dalla Soprintendenza che, incomprensibilmente, latita permettendo questo degrado distruttivo.
La morte degli alberi sembra sia dovuta alle infiltrazioni delle acque ferrate che scendono dalla collina del Vomero e dell’acqua di mare; la Cassa Armonica, uno dei pochi esempi di architettura Liberty a Napoli, costruita da Errico Alvino nel 1877, è stata privata della corona perché mangiata dalla ruggine, il restauro s’impone, ma stranamente le gare per lo stesso vanno deserte; l’Ansaldo, per mettere in sicurezza gli scavi della Metro allarga il cantiere all’interno della Villa e si mangia un bel pezzo della stessa, tagliando un lungo tratto degli antichi muretti di piperno.
Tutto questo, potrebbe veramente portare la Villa fino al mare? Tutto questo cancellerebbe per sempre Via Caracciolo e la Villa Borbonica per come è stata progettata. Tutto questo potrebbe realmente cambiare la storia:
“La Villa Reale […] è situata, relativamente alla Riviera di Chiaia, come il giardino delle Tuileries rispetto alla strada di Rivoli. Soltanto, invece della Senna è il Mediterraneo: invece del quai d’Orsay è l’estensione, è lo spazio, è l’infinito. La Villa Reale è senza dubbio la più bella e soprattutto la più aristocratica passeggiata del mondo.” (Alexandre Dumas, Il Corricolo, 1841)