Teatro Trianon, quando cultura e storia popolare non sono tutelate dalle Istituzioni

teatro-trianonNapoli, 4 agosto – Il Teatro Trianon ha ricevuto lo stanziamento da parte della Regione Campania di 900 mila euro, l’erogazione lo salva dalla messa in vendita con asta pubblica, la cui cifra di partenza era di 4 milioni e 500 mila euro. La Regione Campania, insieme con la Provincia di Napoli, sono i due soci della società Teatro Trianon S.p.a., ma in questa operazione la Provincia non ha voluto versare denaro.

Il presidente del consiglio d’amministrazione del Teatro Trianon, Maurizio D’Angelo, ha così commentato: “Sono molto contento della soluzione trovata nell’assemblea dei soci anche se non dobbiamo abbassare la guardia. Entro l’anno bisogna assolutamente estinguere ogni sorta di debito e pendenze pregresse e continuare a programmare eventi e iniziative per offrire agli spettatori un cartellone eccellente. In seguito al budget messo a disposizione dall’ente di Santa Lucia, gli accordi transattivi prevedono il versamento di un congruo acconto, tecnicamente definito a saldo e stralcio del debito ancora attivo nei confronti delle banche, di modo che l’azione esecutiva di vendita venga sospesa. Il debito complessivo ammonta a quasi 1 milione e 400 mila euro, così questo stanziamento copre gran parte delle pendenze accumulate nel mutuo. Sapevamo che la ricapitalizzazione era necessaria già a fine marzo e se l’abbiamo completata soltanto adesso non è da imputare alla nostra malafede o alla distrazione della Regione. Bisognava prima approvare il bilancio revisionale. Presto da Santa Lucia giungeranno altri finanziamenti che saranno investiti in progetti più mirati. Ai nostri impiegati (9 unità lavorative assunte dal teatro, n.d.r.) spettavano le mensilità di maggio e giugno e la quattordicesima. A breve riceveranno anche il pagamento del lavoro svolto a luglio”.

Il Teatro Trianon risale all’8 novembre 1912, inaugurato dalla compagnia di Eduardo Scarpetta è dedicato a Raffaele Viviani commediografo, attore, poeta e scrittore che ha saputo condensare l’animo ed il cuore di Napoli. Una dedica non certo casuale quindi. Il teatro si trova nel cuore della città nella zona denominata Forcella (che rientra nella II Municipalità) luogo suggestivo che ha fornito molteplici spunti per la commediografia napoletana.

Il decadimento operativo del Teatro Trianon coincide con la sua utilizzazione come cinema denominato Splendor momento che ha segnato la  lenta discesa fino agli inferi dei film a luce rosse. Successivamente, dal 2000 al 2002, furono eseguiti importanti lavori di ristrutturazione che gli restituirono l’antico splendore architettonico grazie anche alla riscoperta e rivalutazione del reperto archeologico della torre della Sirena (IV / III sec. a.C.), unica torre in elevato esistente in Campania. Per questo motivo, il teatro, rientrò tra i beni del patrimonio mondiale dell’Unesco. Il rilancio dell’attività teatrale avvenne con la direzione artistica di Roberto De Simone, con il nuovo nome Eden Teatro di Raffaele Viviani. Nel 2006 fu reso pubblico dalla Regione Campania e dalla Provincia di Napoli con la società teatro Viviani S.p.a. sotto la direzione artistica di Nino D’Angelo.

Il contratto rescisso il 31 maggio 2010 segnò l’inesorabile cammino verso il baratro. Anima e cuore l’impegno profuso da D’Angelo apprezzato anche dal Cardinale Sepe che in una lettera commentava: “[…]Condivido pienamente l’appello e la sollecitazione che vengono da Nino D’Angelo e unisco la mia voce a quella di semplici cittadini e di autorevoli personalità cittadine per sottolineare quanto significativa sia la presenza attiva del Teatro Trianon nel contesto cittadino e nel quartiere di Forcella, fungendo da attrattore sociale oltre che da polo artistico e culturale, nonché come fonte di lavoro e di reddito per le persone impegnate nella struttura e negli spettacoli. Esprimo, pertanto, l’auspicio che le Istituzioni interessate, nel segno di quella sensibilità che sempre deve accompagnare scelte e atti di governo, riescano ad individuare il percorso giusto per far uscire il Teatro Trianon dall’attuale situazione di precarietà finanziaria e di incertezza, consentendo ad esso di continuare a svolgere quell’attività artistica che è promozione culturale ed anche umana ed è espressione della grande tradizione napoletana che, nel tempo, eccellenti interpreti e autori teatrali hanno saputo costruire.”

Nel 2012, la direzione artistica di Giorgio Verdelli si scontrò subito con una realtà già segnata.

I lavoratori, da mesi in assemblea permanente sostenuti dai sindacati Slc-Cgil e Uilcom-Ui,  in una nota così denunciavano la vicenda: “[…] situazione drammatica che comporta l’alienazione gratuita di un bene pubblico a privati, la rottamazione di un’esperienza culturale premiata dal pubblico e dalla critica, nonché la perdita di posti di lavoro per i dipendenti e un nocumento per gli addetti dell’indotto. Napoli sta per perdere irreversibilmente il suo teatro dedicato alla musica e dal consiglio di amministrazione continua ad arrivarci una lunga sequela di trionfalistiche promesse di azioni risolutive tutte puntualmente smentite impietosamente dalla realtà, nonché un imbarazzato silenzio su chi fosse l’assessorato di riferimento del socio di maggioranza da investire concretamente della situazione. Mentre il governatore Caldoro non ha mai risposto alle ripetute richieste urgenti di convocazione dei sindacati di categoria, registriamo un totale stato di inerzia testimoniato anche dalla mancanza di programmazione e dal mancato pagamento degli stipendi da qualche mese. Nel ribadire l’attaccamento al “nostro” teatro, confermato da sempre anche con azioni di lotta che hanno rispettato e preservato la continuità produttiva e il rapporto con il patrimonio costituito dal pubblico continuiamo lo stato di agitazione e facciamo appello a tutte le istituzioni e alla cittadinanza per un intervento immediato”.

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