L’ex sindaco Rosa Russo Iervorino avrebbe demolito le Vele di Scampia già da tempo anche se trattasi di un’opera architettonica di elevato pregio. Ideate e progettate dall’architetto Franz De Salvo tra il 1962 ed il 1975, furono destinate ad uso abitativo, sono un’opera che meglio rappresenta la poetica architettonica di De Salvo.
Questa struttura fu criticata anche dal Presidente della Camera Gianfranco Fini: “i progettisti di questi mostri dovrebbero essere messi tutti in galera” disse, senza pensare che non basterebbero tutte le carceri italiane se dovessero essere “ingabbiati” tutti i responsabili che hanno costruito montagne di eco-mostri in tutta la nazione. Oggi si torna a parlare di questa struttura e del degrado in cui verte.
La situazione di Scampia è già stata discussa dalla nuova giunta il 19 ottobre 2011 con la proposta del Presidente della commissione ambiente Carmine Attanasio e dal presidente della commissione urbanistica Carlo Iannello che hanno condiviso di decentrare la Prefettura nelle Vele di Scampia. Infatti il Presidente della commissione ambiente Carmine Attanasio ha rimarcato l’attenzione della commissione che presiede rispetto al disagio ambientale di Scampia notiziando i commissari del fatto che sull’area, a seguito di alcuni sopralluoghi di cui uno con gli assessori Tommaso Sodano e Sergio D’Angelo, è iniziata un’ importante opera di bonifica di via Cupa Perillo che sarà completata domani con la predisposizione di barriere antirifiuti, tramite un comunicato stampa. La proposta fatta da Attanasio comprende, oltre al decentramento della Prefettura, di realizzare nel palazzo di piazza Del Plebiscito un albergo a cinque stelle o un’area museale. Durante i lavori delle commissioni è emersa l’inquietante notizia che nonostante la realizzazione dei 928 alloggi di edilizia sostitutiva alle Vele in queste ultime pare si siano insediate abusivamente circa centociquanta famiglie.
All’interno delle quattro palazzine, come ricordava martedì 7 febbraio il Corriere del Mezzogiorno, si ospitano attualmente soltanto 107 famiglie regolarmente assegnatarie, il resto è stato occupato in maniera abusiva. Di oggi la notizia che il Sindaco Luigi De Magistris fa un passo in dietro e rallenta sulla decisione di demolire questa struttura. Infatti dichiara: “L’abbattimento delle Vele di Scampia rientrerà nei programmi della giunta comunale di Napoli solo dopo un ampio ragionamento sulle alternative di edilizia popolare pubblica”. Dello stesso avviso è il sovrintendente Stefano Gizzi che accoglie favorevolmente le parole del Sindaco: “Il degrado sociale non si risolve certo facendo tabula rasa dell’edilizia. Se così fosse, bisognerebbe radere al suolo mezza Italia. Si tratta di mettere in campo politiche sociali, culturali, assistenziali. Il che, mi sia consentito, non ha nulla a che fare con la sopravvivenza o meno delle Vele”. Anche Gizzi è d’accordo in merito al fatto che le Vele di Scampia sono un esempio illustre di un filone architettonico e necessita riqualificare invece che abbattere. Inoltre ritiene che sia preferibile anche per l’immagine del quartiere di Scampìa, considerando anche il fatto che demolire e portare a discarica i materiali delle Vele costerebbe infinitamente più che ristrutturarle. I riflettori si accendono nuovamente su Scampia, attualmente quartiere simbolo di degrado per Napoli, occorre vigilare e non lasciar andare nulla di intentato.