Roma, 14 settembre – Si parla sempre più spesso di voler restituire ai cittadini fiducia nella politica. La politica, si dice, è di tutti. E la rappresentazione della classe politica italiana come casta chiusa in sé stessa che si preoccupa solo di promuovere i propri interessi, piuttosto che quelli del Paese, è una visione paradossale.
Si parla anche spesso di voler arginare la fuga di cervelli, che comporta la fuoriuscita delle eccellenze dal nostro Paese, pregiudicandone la crescita ed il prestigio. Bisogna darsi da fare per rendere l’Italia più accogliente nei confronti dei neolaureati e dei ricercatori, promuovendo la ricerca, incentivando l’assunzione dei più giovani e, in generale, dando spazio alle giovani generazioni sia nel mondo del lavoro che in quello pubblico. Bisogna promuovere il principio della meritocrazia nel campo delle assunzioni.
Tutti questi buoni propositi, dovrebbero sfociare in un’inversione di tendenza rispetto ai meccanismi finora vigenti, contrassegnati dal nepotismo e l’ascesa dei “soliti noti”. Invece, pochi giorni fa, è stato nominato come dirigente di Postecom, società dei servizi internet delle Poste Italiane, Alessandro Alfano. Sì, il fratello di Angelino. E non perché abbia vinto un concorso, è una di quelle nomine a cui si può accedere anche senza selezione, previo accertamento dei titoli posseduti.
Per di più, Alfano junior durante lo scorso mese è stato coinvolto in una polemica riguardo il suo titolo di studio. Sembrerebbe, infatti, che per ottenere la laurea in Economia abbia falsificato alcuni degli esami. E, come se non bastasse, nel 2011 ha dovuto presentare le dimissioni dalla carica di segretario della Camera di Commercio di Trapani, in quanto le Forze dell’Ordine trovarono alcune irregolarità riguardo la sua nomina. Insomma, un curriculum di tutto rispetto a cominciare dal cognome. Con tanti auguri ai 110 e lode che lavorano nei call center per 400 euro al mese.
Ottimo articolo su un tema caldo. Una osservazione però è d’obbligo in quanto in finale si nominano i “…11o e lode che lavorano nei call center per 400 euro al mese”. Giusto! Sarebbe ora però che che si trova in questa condizione dica no a questi politici con azioni conseguenti e non con un silenzio/assenso.
Mi spiace non c’è da dire no ai politici riguardo ai call center. Questo è quanto passa il convento. O bere o affogare. Il lavoro nei call center è una realtà, forse l’unica che l’economia italiana e i nostri imprenditori sono riusciti a creare negli ultimi anni. Chi può dire di no se alternative non esistono?
Pasquale Vespa non spiace la sua replica ma faccio venia e però invito a considerare che una cosa è essere servo in ginocchio e altro è essere servo in piedi e servire s’intende facendo progetti concretizzando idealità di riscatto sociale. Perchè oltre i call center non si debba fare e la ricerca e le realizzazioni nonché poi la produzione dei raffinati prodotti elettronici e informatici in particolare è realizzata fuori dall’Italia? la mia solidarietà con gli operatori dei call center è infinita ma sono critico verso i 110 e lode. Loro hanno una missione da compiere che è quella del riscatto sociale dei giovani che non possono odiare la loro stessa esistenza.
Peccato però che se sei un 110 e lode o in generale un ragazzo capace che rifuta di fare questo genere di lavori aspirando a qualcosa di diverso, ti bollano come choosy o bamboccione
Appunto!
Ok. Comunque “se sei un 110 e lode……” non puoi avere un comportamento come se tu fossi un laureato ordinario oppure non laureato. L’utilizzo del tempo libero per quanto meno pensare lineamenti di progetti deve essere ordinario. Poi chi avrà volontà forse potrà.
Facile farne una discussione teorica. Resta il confronto con la realtà e con l’assenza di politiche di sviluppo, da tanto, troppo tempo. Se si aggiunge che questo è ahimè un Paese di raccomandati, vedi Alfano Jr. Ma di che stiamo parlando?
Pasquale Vespa non faccio o almeno non solo discussione teorica. Non fare niente significa entrare e stazionare in area della rassegnazione. Il signore citato nell’articolo dovrebbe avere il coraggio politico di intervenre e mettersi per traverso tra i nostri commenti-critiche. Invece nisba (Al momento!) e significa che che il sistema corrente trae la sua forza proprio dal silenzio/assenso.