Roma, 4 ottobre – La carica di senatore di Berlusconi, sembra ormai essere arrivata ad un punto di non ritorno. Oggi la Giunta per le elezioni e le immunità del Senato, dopo quasi sette ore di discussione, ha votato a maggioranza per la decadenza del Cavaliere. Molto breve è stata invece la seduta pubblica, data anche l’assenza dei rappresentanti legali di Berlusconi che dichiarano doverosa la loro mancata presenza ad un contraddittorio inutile, in quanto la sentenza era già precostituita.
Dello stesso avviso è Renato Schifani, che dichiara: “Peggio del previsto. Il copione era stato già scritto e se ne conosceva la trama ma si è andati oltre ogni limite di tollerabilità.” Schifani contesta anche la mancata sospensione dei lavori della Giunta dopo il comportamento di Vito Crimi: “Al verdetto politico, fondato sul pregiudizio e sull’odio verso Silvio Berlusconi, in palese violazione del principio della non retroattività della legge penale sancito dalla Costituzione, oggi si è aggiunto l’intollerabile comportamento di un senatore che ha infranto il patto di riserbo dell’udienza pubblica dell’organismo parlamentare e inficiato così la legittimità della decisione”.
Il senatore grillino avrebbe, infatti, durante la discussione della Giunta, pubblicato alcuni post su Facebook e Twitter poco piacevoli riguardo la salute e l’età di Berlusconi. Per i rappresentanti del Pdl, questa costituirebbe un’ulteriore prova della parzialità dell’organo giudicante, rivolgendo esortazioni al Presidente del Senato affinché venissero sospesi i lavori della Giunta. Ma Grasso ha risposto che non rientra nelle sue competenze, e afferma sul caso: “Del tutto inqualificabile e gravemente offensivo quanto scritto dal senatore Vito Crimi nei confronti del senatore Berlusconi durante la fase pubblica della seduta della Giunta”, aggiungendo “tale comportamento verrà sicuramente valutato dagli organi competenti del Senato”.
Il responsabile dei lavori della Giunta, vale a dire il Presidente Dario Stefàno, dichiara che il comportamento tenuto da Crimi non è un valido motivo per sospendere i lavori, in quanto detta sospensione può intervenire solo per cause di forza maggiore e anche perché pare non sia stato Crimi in persona a pubblicare quei post, ma un suo assistente.
Ora l’ultima parola sulla vicenda Berlusconi spetta alla Camera del Senato, dalla quale si attende la pronuncia definitiva. Entro 20 giorni la Giunta le dovrà sottoporre le motivazioni che hanno portato a questa decisione.
Nel frattempo i legali di Berlusconi annunciano un ricorso per violazione dei diritti costituzionali e dei principi della Convenzione Europea.