Stoccolma, 8 ottobre – La Commissione di Stoccolma ha deciso di assegnare il premio Nobel per la fisica a Peter Higgs e Francois Englert per la scoperta del Bosone. Dall’intuizione dello scienziato scozzese Higgs, nel 1964, di un bosone che rappresentava uno degli anelli mancanti nella ricerca dei componenti della materia, si è giunti alla sua scoperta attraverso il lungo e complesso lavoro svolto dal Cern di Ginevra che ne ha convalidato l’esistenza nel luglio del 2012.
Il lavoro del 1964 ha visto i due scienziati giungere allo stesso risultato riguardo le particelle che costituiscono la materia. Francois Englert e Robert Brout (morto nel 2011) due ricercatori di nazionalità belga il primo e statunitense il secondo illustrarono la massa delle particelle elementari con il lavoro pubblicato sulla rivista scientifica Physical Review Letters. Higgs andò oltre aggiungendo un paragrafo finale e teorizzando circa l’esistenza di una nuova particella.
Sebbene non si conoscono, per ora, le possibili applicazioni di questa scoperta, la sua esistenza ci riporta al Big Bang ed esattamente ad un attimo dopo la sua esplosione. Con l’abbassarsi della temperatura dell’universo la particelle che fluttuavano iniziarono a prendere consistenza consolidandosi in una massa. L’influenza della gravità ha permesso alle particelle di unirsi formando così i mattoni fondamentali della materia e, successivamente, dando vita a strutture più complesse, fino a giungere al nostro pianeta ed alle forme viventi.
Peter Higgs è il tipico studioso timido e riservato, si è ritirato nella sua casa di Edimburgo rifuggendo ogni contatto con la tecnologia, infatti, non possiede neanche un televisore. Dopo aver teminato l’insegnamento, nel 1996, è stato nominato professore emerito e membro della Royal Society Inglese. Adora ascoltare la musica classica con un antico impianto a valvole, per scrivere usa carta e penna. Parla con i media attraverso il suo collaboratore dell’Università di Edimburgo Alan Walker. Le sue dichiarazioni riguardo la riconoscenza conferitagli sono state: “Poiché avevo scritto uno studio molto importante, secondo la gente avrei dovuto capire anche quel che è stato scoperto in seguito. Ma non è così. Quando si è trattato di comprendere gli studi di quelli venuti dopo di me, ho iniziato ad affondare”. Attenderà in riservatezza lo svolgersi degli avvenimenti che confluiranno in una conferenza stampa.
François Englert è un fisico teorico belga già premiato nel 1997 dalla EPS (European Phisical Society) per l’energia e le particelle, e nel 2004 con il Premio Wolf per la fisica. L’università di Bruxelles aveva preparato i festeggiamenti per il suo scienziato in gran segreto, ma la notizia dell’assegnazione del premio ha avuto tanto clamore da sconvolgere tutti i piani.
Il fisico Lucio Rossi, responsabile del progetto LHC ad Alta Luminosità al Cern di Ginevra, ha commentato: “Era un Nobel largamente atteso, la vera sorpresa sarebbe stata non veder premiata questa scoperta. Al Cern siamo molto contenti, abbiamo assistito in diretta all’annuncio da parte dell’Accademia svedese delle scienze, e nella motivazione dell’assegnazione del Nobel viene riconosciuto il nostro lavoro. Da tempo si parlava della possibilità che la scoperta del Bosone venisse premiata con il nobel alla fisica, e io ero uno dei sostenitori della necessità di “rompere” la consuetudine dell’Accademia nel riconoscere i premi tecnici, come appunto il Nobel alla fisica, solo a persone fisiche. Accanto a Higgs e Englert, infatti, speravo che potesse essere premiato anche il Cern, riconoscendo la scoperta del bosone come un’impresa collettiva, frutto del lavoro di una comunità. Del resto, le tradizioni sono fatte per essere infrante, e invece il comitato è stato di altro avviso”.