Contestato il decreto Ilva-Terra dei Fuochi. I Verdi europei chiedono la procedura di infrazione

Chiesto incontro urgente con Commissario Potocnik

parlamento-europeoIl decreto Ilva-Terra dei Fuochi continua a far discutere per i vari aspetti discutibili che racchiude, ma principalmente perché rappresenta una violazione delle norme europee, così come riferito dalla copresidente del Partito verde europeo, Monica Frassoni, e l’attivista di Peacelink, Antonia Battaglia.

Frassoni, Battaglia e gli eurodeputati Raul Romeva e Margrete Auken, per questi motivi hanno chiesto un incontro urgente con il commissario all’Ambiente, Janez Potocnik, per sottoporre alla sua attenzione il decreto che determina “una violazione della direttiva Ipcc perché sancisce che l’Ilva potrà continuare a produrre realizzando solo l’80% delle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale e la scelta di quali siano le prescrizioni da escludere sarà della struttura di commissariamento Ilva”.

La direttiva Ipcc sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento ambientale, obbliga il Governo e lo stabilimento Ilva alla messa a norma degli impianti attraverso l’Aia, l’autorizzazione intergrata ambientale. Il decreto approvato in senato il 5 febbraio scorso, autorizza l’Ilva a non attuare il 100% delle prescrizioni Aia.

La Frassoni sottolinea la sua preoccupazione in materia di protezione ambientale e salute pubblica riferito al territorio di Taranto e alle violazioni dell’impianto Ilva. Il rischio è che la Commissione potrebbe includere nel 20% delle prescrizioni da non attuare “Anche quelle più importanti ai fini della protezione ambientale e sanitaria della popolazione”. La Frassoni accusa il Governo Letta, ormai dimissionario, di non aver agito nel rispetto delle leggi europee, e di aver permesso l’approvazione di un decreto che nella sostanza non è in grado di apportare nessun miglioramento e che non mette in primo piano le necessità sanitarie della popolazione. “È evidente che il governo italiano non ha intenzione di conformarsi alle regole europee e di agire davvero sull’emergenza sanitaria e ambientale a Taranto – ha affermao Frassoni che chiederà alla Commissione dell’Unione Europea di passare alla fase successiva della procedura d’infrazione.

Il decreto contestato non solo in Puglia per l’Ilva ma anche in Campania, contrariamente da quanto è stato riferito dai media e dallo stesso ministro all’Ambiente Orlando, non ha trovato l’approvazione di tutti i comitati in difesa di Terra dei Fuochi. In un comunicato del Coordinamentro Comitato Fuochi, ad essere contestato è il comma 4 dell’articolo 2 bis che “introduce la possibilità che i controlli sugli appalti pubblici siano effettuati anche in deroga a quanto previsto dal codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159”. Per il Comitato è inaccettabile pensare che per le bonifiche e il ripristino delle aree, si dispone di concedere incentivi, per quelle aziende che, dopo aver inquinato, si dovessero impegnare nelle bonifiche. “Non possiamo accettare interventi legislativi che contravvengono al principio europeo chi inquina paga. A voi, Parlamentari e Ministri di questo paese, diciamo che non è più sopportabile trovarsi d’innanzi ad Istituzioni dalla doppia faccia, che fingono di fare, usando la repressione (giusta) con l’ultimo anello della criminalità (coloro che bruciano rifiuti) e si mostrano poi servizievoli, con incentivi e condoni, per i probabili veri responsabili, (oltre a politici ed amministratori collusi), del disastro ambientale nel nostro Paese”.

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