L’Acqua è un bene comune. Sel Campania dice no alla proposta sul riordino del sistema idrico integrato

Protesta del Coordinamento per la gestione pubblica dell’acqua in Campania. Presidio in Regione alle ore 15

acqua-pubblicaNapoli, 27 febbraio – Dopo l’approvazione della legge regionale sulla riorganizzazione del sistema idrico integrato, Sinistra Ecologia e Libertà Campania lascia trapelare ogni tipo di malumore. In un comunicato stampa diffuso nella giornata di ieri, ha ribadito la necessità di un riordino del servizio idrico “mediante meccanismi democratici, ambientali e partecipativi”. Per quanto riguarda la gestione dell’acqua come bene pubblico, SEL ha esplicitato le sue posizioni manifestando in primo luogo la volontà di partecipare alla protesta del Coordinamento per la gestione pubblica dell’acqua in Campania e, successivamente, richiedendo il ritiro immediato della legge regionale, approvata dalla giunta lo scorso anno.

Secondo Sinistra Ecologia e Libertà Campania, quanto a riorganizzazione del servizio idrico integrato in Campania: “Il DLR 204/2013  rappresenta un drammatico passo indietro dal punto di vista politico, perché il testo approvato dalla Giunta regionale – si evince dal comunicato –  sembra dimenticare completamente il referendum per l’acqua pubblica tenutosi nel 2011 ed i suoi esiti. Manca l’affermazione dell’acqua come bene comune e della proprietà e gestione pubblica del bene, mentre ne viene dichiarata esclusivamente la sua essenzialità per la vita umana e la sua destinazione al soddisfacimento dei bisogni della popolazione: il minimo indispensabile, parole cui non seguono scelte politiche consequenziali.”

Di fondamentale importanza, inoltre, i punti di vista in materia di acqua intesa come bene pubblico dove – secondo il movimento politico del circondario campano –  “Il D.L., pur sottolineando lo status di diritti inviolabili ed inalienabili della persona della disponibilità e dell’uso d’acqua potabile e di quella necessaria per il soddisfacimento dei bisogni umani, non si preoccupa nemmeno di indicare il minimo vitale garantito per abitante, individuato dall’OMS in 40 litri al giorno cadauno; ci si limita a rimandare ad un successivo provvedimento la definizione del minimo vitale garantito, rendendo così di fatto ogni affermazione una mera dichiarazione di principio.”

E inoltre: “La nuova normativa riserva alla Regione una serie di competenze e poteri di grande rilevanza, trasformandola da ente regolatore in ente competente sulla gestione di parte rilevante del Servizio Idrico Integrato (SII), con una rottura del principio di unità verticale della gestione del ciclo integrato delle acque all’interno del bacino idrografico ed il riconoscimento alla Regione stessa della competenza sulla gestione delle opere di rilevanza strategica regionale.  La precedente legislazione regionale – continua il documento – ne prevedeva il trasferimento alle autorità d’ambito territoriale per garantire la gestione unitaria del ciclo delle acque in capo ad un unico ente competente dalla sorgente alla depurazione, e le scelte effettuate dalla Giunta sembrano in contraddizione con la normativa statale, che, in sostanza, impone l’unitarietà della gestione dell’intero ciclo delle acque.”

Appare dunque netta la posizione del partito campano, fondata su una esplicitazione della definizione dell’acqua come bene comune, sull’assoluta necessità di gestione per mano pubblica e sulla quantificazione del minimo vitale garantito, come previsto dall’Organizzazione Mondiale della sanità, di almeno 40 litri d’acqua al giorno per persona.

Sinistra Ecologia e Libertà Campania, ha dunque deciso di prendere parte al presidio di oggi pomeriggio che si terrà in via Santa Lucia, nei pressi della sede della Regione, per rivendicare e riaffermare con chiarezza le posizioni dei vertici del partito rispetto alle ultime decisioni sulla gestione del sistema idrico del territorio.

FOTO: tratta da dirittisociali.org

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