Nonostante la spinta verso una moralità più consapevole attraverso la raccolta differenziata, a tutt’oggi la raccolta delle deiezioni dei nostri amici quadrupedi resta ancora in fase embrionale. I marciapiedi del quartiere da cui scriviamo, Bagnoli, ma a quanto pare dell’intera città, sono ancora oggi invasi dai resti organici canini, con conseguente “slalom” dei passanti. Anche se ci si rincuora dicendo che calpestare una deiezione porti fortuna, quanto denunciamo è solo il segno di una profonda inciviltà.
Alcuni comuni più sensibili a questo problema “stradale” hanno provveduto a dotare i cittadini di un Kit per raccogliere le deiezioni, come quello di San Benedetto del Tronto, richiedendolo direttamente al comune previa esibizione di domanda protocollata, il libretto veterinario o documento equipollente attestante l’iscrizione dell’animale all’anagrafe canina regionale e documento d’identità. Se per alcuni comuni la sensibilizzazione e la civiltà di gestire i rifiuti degli animali domestici, trova una concreta applicazione, in altri, come quello di Napoli e specie nella X Municipalità, trova lacune enormi.
Sebbene un regolamento sia stato approvato con deliberazione di Giunta n.1452 del 12.04.2007 dal Consiglio Comunale di Napoli, l’Art.28 obbliga la raccolta delle deiezioni, la mancanza di controlli da parte degli enti preposti al rispetto della normativa stradale, rendono i marciapiedi terra di nessuno, dove ognuno può liberamente fare i propri comodi.
In ogni caso, anche se sono ancora pochi coloro che raccolgono col il sacchetto ciò che produce il proprio amico a quattro zampe, spesso ciò che viene raccolto non finisce nei pochi cestini di rifiuti ubicati sui marciapiedi. Le municipalità potrebbero attivarsi nella realizzazione dell’approvvigionamento dei cassonetti specifici per la raccolta degli escrementi dei cani. Informazione e repressione, così come cartelli di avviso, potrebbero essere utili a sensibilizzare i cittadini al rispetto innanzitutto di se stessi. Le strade dei nostri quartieri sono casa nostra.