In una giornata dedicata alle donne come quella dell’8 marzo, ancora oggi siamo ben lontani dall’eguaglianza tra donne e uomini in molti campi, tra i quali lavoro, politica, istituzioni.
Da decenni se ne parla, dal lontano 1968 con la presa di coscienza femminile, ma a tutt’oggi i passi che si sono fatti non hanno apportato quei frutti sperati, difatti la presenza femminile è ancora esigua nei posti chiave del nostro paese.
Il governo che è stato appena messo da parte per far largo ad uno tecnico, aveva riportato a galla un’antica concezione della donna, apprezzandola al solo fine di riposizionarla orizzontalmente, e concedendole limitati poteri politici dietro un nulla-osta che passa per camere segrete.
Le statistiche, che lasciamo a chi ne fa largo uso in campagna elettorale o nei talk show, per mancanza di realtà oggettive, indicano quanto ancora siamo lontani dal raggiungimento di standard europei in fatto delle famose quote rosa nei vari campi che costituiscono la nostra repubblica.
La cosa interessante è che la donna comune, quella che si incontra per strada, ancora oggi non ha ben chiaro cosa si intenda per politica, fatta salva la pace di quelle poche che vogliono comprendere chi le sta guidando verso un mondo tutt’altro che roseo, perdonando il gioco di parole.
Ascoltando le loro frasi prima di un avvenimento politico quali possono essere il richiamo alle urne le frasi ricorrenti sono sempre le stesse, nell’accomunare i politici in un unico girone dantesco, oppure che il loro voto è soggetto al consiglio del coniuge perché in verità non sempre le donne hanno un vero indirizzo politico che le rappresenti.
Al momento non esiste un partito che porta avanti un progetto mirato in primis per le donne, anche se il movimento “Se non ora quando?” che ha portato in piazza il 13 febbraio 2011 circa un milione di persone, si sta mobilitando per rafforzarlo e prendere una connotazione politica, convocando per il prossimo 18 marzo un incontro nazionale dei vari comitati regionali.
Nell’ambito dei partiti ancora presenti nel panorama italiano si assiste ad un mare di premesse e di promesse, ma alla fine le decisioni e le azioni restano sempre soggette al potere maschile.
Le donne hanno la capacità fisiologica di creare la vita eppure non riescono a controllare la propria nel suo divenire esistenziale, nel comprendere e prendere parte attiva alle decisioni che riguardano tutti i cittadini italiani. Questo lassismo mentale avvolge la donna con catene invisibili nelle quali lei stessa si imprigiona, nascondendosi dietro ad una vita già troppo intensa nella gestione familiare e lavorativa. Insomma l’impegno politico è sempre stato visto come una estremizzazione del pensiero dei valori, un’ideale di fanatici o di chi ha più intelligenza di riuscire a seguire intrecci spesso degni di letterature antiche.
Anche la Giornata Internazionale della Donna di quest’anno è ricca di fiori, che si rivelano fragili come le donne in fatto di politica.