Matteo Renzi: “Niente trionfalismi, considero questo un voto di speranza non solo per l’Italia ma per tutta l’Europa”. Vai ai Risultati Definitivi »
26 maggio – Se la ridono Matteo Renzi e la maggioranza del Pd. Il giorno dopo le elezioni Europee 2014 è una sentenza trionfale per il Partito Democratico ed il suo leader, l’attuale Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Una vittoria schiacciante che vede il partito di sinistra attestarsi al 40.8%. Disintegrato il record di Veltroni del 2008 ed ora il Premier guarda al futuro e nella conferenza stampa di questa mattina ha dato prova di grande maturità politica.
Niente trionfalismi, nessuna bottiglia di champagne stappata o grandi proclamazioni con caroselli e via dicendo. Il Premier si mantiene sobrio e stretto nelle spalle analizzando così, nella conferenza stampa tenuta a Palazzo Chigi, i risultati di queste Europee: “Insieme alle maggioranze europee possiamo vincere e creare un’Europa unita e compatta – ha esordito con queste parole Matteo Renzi-. Niente trionfalismi, considero questo un voto di speranza non solo per l’Italia ma per tutta l’Europa. Sono felice e commosso, per certi aspetti emozionato, ma oggi ha soprattutto vinto l’Italia”.
Sono Beppe Grillo e Silvio Berlusconi i grandi sconfitti di queste elezioni. I proclami dei giorni scorsi dei due leader di Movimento 5 stelle e Forza Italia non hanno portato per niente bene. Nella sua prima comparsa in Rai dopo vent’anni l’ex comico Beppe Grillo aveva affermato di essere sicuro della vittoria. Clamoroso il silenzio stampa che ha quasi coinvolto tutto il partito dei grandi dissidenti guidati da Grillo con egli stesso che, intercettato dalle telecamere, mima il gesto della pugnalata a sé stesso. Che abbia voluto lasciar intendere che si è politicamente suicidato oppure che sia stato tradito? Intanto ha comunque ottenuto un ottimo 21% da cui ripartire per e lavorare per le prossime elezioni, nonostante la bruciante sconfitta.
Non può essere nemmeno lontanamente soddisfatto Silvio Berlusconi. All’indomani degli spogli il suo partito vede praticamente dimezzate le preferenze espresse al suo partito. Forza Italia si attesta al 16%, troppo disunita e frammentaria la situazione della destra con i partiti di Alfano e Meloni che sottraggono voti all’antico maestro. Giovanni Toti si è così espresso nell’immediato: “Continuare sulla linea del rinnovamento – questa la parola d’ordine del vice di Berlusconi-. Grande successo della lega e di chi, come il Pd, ha saputo rinnovarsi – anamnesi perfetta-. Noi lavoreremo ad un centro destra più largo e compatto”.
Chiare le idee di chi vede il bicchiere mezzo pieno come Gaetano Quagliariello, de il Nuovo Centro Destra: “Abbiamo avuto poco tempo ma niente alibi. Oggi finisce un modo di intendere la politica”. Può essere soddisfatta invece la Lega Nord le cui cifre tornano quasi ai fasti del passato. E’ al 6,2% la stima totale dei votanti leghisti, in Lombardia addirittura superato il 14%, recupero straordinario rispetto al 4% delle ultime elezioni politiche. L’Europarlamentare, Matteo Salvini, può pensare a portare avanti la battaglia anti-Euro: “L’Euro è una moneta sbagliata – ripete ancora una volta -. Perfino in Germania si sono resi conto che hanno esagerato, ora con la Le Pen lavoreremo per conquistare larghe maggioranze in futuro e realizzare i nostri propositi”.
Mentre in Italia conquista una maggioranza schiacciante un piano di riforme per quest’Europa negli altri paesi ottengono alte percentuali gli scissionisti. In Inghilterra l’Ukip anti-Europa ottiene un ottimo risultato e rende concreto l’allontanamento dell’isola di sua maestà dal resto del continente, in Olanda vincono i moderati mentre in Ucraina la maggioranza vai ai filo-europeisti. In Germania resta saldo il partito guidato dalla Merkel che però, rispetto al passato, perde consensi anche in favore dei neo-nazisti che conquistano un seggio.