Bagnolifutura è fallita. Viva Bagnoli

Delle bonifiche e della riqualificazione resta solo il ricordo dei buoni propositi e il processo per disastro ambientale

progetto bagnolifuturaNapoli, 30 maggio – Bagnolifutura s.p.a. non esiste più, la società è stata ufficialmente dichiarata fallita dal Tribunale di Napoli.

Tutti gli sforzi per rimettere in piedi i cocci della Stu, società di trasformazione urbana, sono stati vani, così come sono stati inutili i 50 milioni di euro stanziati dal governo. La società nata per riqualificare l’area ex Ilva, un anno fa ha iniziato un travagliato percorso in declino e il sogno di rendere l’area, il polo attrattivo della città è stato infranto dapprima dai sigilli della magistratura ed ora con la sentenza definitiva del Tribunale di Napoli che ha scritto la parole fine dichiarandone il fallimento.

Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, sembra essere positivo e propositivo nonostante tutto, così come quando quattro mesi fa dichiarava che per Bagnolifutura non ci fosse alcun rischio. In merito alla decisione del Tribunale di Napoli di rendere definitivo il fallimento, il sindaco ha dichiarato: “Il piano relativo a Bagnoli quello delle bonifiche e del rilancio da attuare, in contrasto ad ogni forma di speculazione, non deve e non subirà alcun rallentamento. Con il Governo, la Regione e la curatela fallimentare ci siederemo attorno ad un tavolo per mettere in campo tutte le azioni necessarie a garantire il piano di risanamento e sviluppo, che da decenni questo sito di interesse nazionale aspetta, dopo le ferite ambientali subite, ed a tutelare i lavoratori della Bagnolifutura”.

Intanto il futuro è incerto di sicuro per la sessantina di dipendenti della società miseramente portata al fallimento e che hanno annunciato che continueranno la protesta con sit-in sotto Palazzo San Giacomo.

Troppi interessi in gioco e forse troppe aspettative da un progetto che aveva come nobile obiettivo far rinascere la fenice dalle proprie ceneri, ma lo squallore si è sostituito ai buoni propositi. Se infatti Bagnolifutura termina il suo percorso societario ciò non accadrà per quanto concerne l’inchiesta sulle bonifiche, una tra le missioni fondamentali della società e che ha prodotto solo sconcerto e indignazione per la gravità delle accuse: disastro ambientale è ciò di cui devono rispondere i due ex vicesindaci e i 21 ex dirigenti della società.

L’area bonificata solo sulle carte, quella dell’Italsider, costata complessivamente 107 milioni di euro, non solo non è stata bonificata, ma dai riscontri fatti dalla magistratura la situazione dell’inquinamento delle aree, risulterebbe anche peggiorata. È questa l’accusa gravissima da cui dovranno difendersi gli ex vicesindaci Sabatino Santangelo, presidente della Bagnolifutura fino al 2006 e Rocco Papa, al vertice dal 2006 al 2010; l’ex direttore generale del ministero dell’Ambiente Gianfranco Mascazzini; gli ex direttori generali di Bagnolifutura, Carlo Borgomeo e Mario Hubler e tutti gli altri dirigenti indagati.

Intanto Bagnoli e i bagnolesi attendono da anni quel riscatto sociale ed economico promesso all’indomani della chiusura della fabbrica. Una chiusura che ha lasciato alle spalle un’area turistica inquinata ed in uno stato di profondo abbandono e degrado, disoccupazione e tanta rabbia per quello che si doveva fare e che ancora oggi non è stato fatto.

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