Giorgio Napolitano: “finalmente l’Italia può recitare un ruolo di primo piano in Europa e spingerla a cambiare direzione”
Roma, 2 giugno – La Repubblica Italiana è più vecchia di un anno. Dal Referendum del 2 giugno 1946, sono ormai passati, e conclusi, 68 anni con oggi. La classica, e sobria, parata militare davanti ai Presidenti dello Stato è ormai il più tradizionale degli avvenimenti in quello che, da molti, viene considerato uno dei giorni più solenni.
I Fori Imperiali, a Roma, hanno ospitato l’evento come ogni anno, la parata militare dinnanzi al Premier, Matteo Renzi, ai presidenti della Camera e del Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, ed ovviamente al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Come ogni anniversario il Capo dello Stato porge una corona al Milite Ignoto, per ricordare i caduti ed i dispersi italiani nelle due Grandi Guerre, ed a quel punto la parata più cominciare. Lungo applauso tributato dalla folla per i due marò, ancora detenuti in India, mentre tornano a sfilare le cielo le frecce tricolori dopo un anno di assenza.
Una festa che allontana – almeno per qualche ora – i fantasmi e le incertezze del presente e del futuro, di un’Italia che continua a non stare bene, situazione che anche l’Europa sottolinea: ci sarebbero, infatti, circa 9 miliardi di disavanzo accumulati dall’Italia prima che Renzi salisse al Quirinale per diventare Presidente del Consiglio. Una situazione politica ed economica che non lascia tranquillo nessuno, eppure la Repubblica e la libertà è quanto il Paese ha ottenuto con la fine della guerra. La conclusione della dittatura fascista che oppresse come una pesante cupola l’Italia sotto l’egida dei totalitarismi europei. Erano altri tempi, ormai lontani.
“Sono cambiati i tempi dal quel giorno dello storico Referendum – si è rivolto così Napolitano nella giornata di ieri al popolo, in un messaggio televisivo per celebrare la Repubblica -. Si è fatta strada la necessità di cambiamenti in settori fondamentali, perché finalmente l’Italia può recitare un ruolo di primo piano in Europa e spingerla a cambiare direzione”.
Questo l’incipit del discorso del Presidente della Repubblica che ha poi invitato al cambiamento ed al rinnovamento, importante soprattutto in quest’epoca.
“Si sono moltiplicate, nella nostra società e tra i giovani, le manifestazioni di volontà costruttiva e di spirito di iniziativa. Sono questi i fatti che devono rendere più fiduciosi, sapendo che è la fiducia nel futuro la condizione essenziale per ritornare a crescere a progredire”. Infine il Capo dello Stato ha auspicato un confronto civile in Parlamento.