Goletta verde: 32 tappe lungo le coste italiane, la Campania al primo posto per mancanza di depuratori

Ogni 51 km di costa un punto inquinato, la Sardegna ha il mare più pulito e il Ministero promuove la disinformazione: la Goletta verde di Legambiente fa luce sulle acque d’Italia

goletta verdeAnche quest’anno Legambiente ha promosso la campagna Goletta Verde che ha visto l’imbarcazione ambientalista fare 32 tappe lungo le coste italiane per promuovere, sostenere ed informare su dati e problemi delle acque italiane. Ciò che è emerso dall’indagine sul territorio nazionale è non solo una diffusione disinformazione, ma la l’identificazione di un alto numero di siti balneari inagibili a causa del livello di inquinamento delle acque che vengono regolarmente utilizzati dai bagnanti.

Il 55% dei 264 campioni di acqua analizzati presentano parametri alterati rispetto alla normativa, e la maggior parte dei siti inquinati è stata localizzata presso foci di fiumi e scarichi dove non c’è un controllo costante che mantenga stabile il livello di salute delle acque.

Il grado più alto di contaminazione è presente nei mari di Marche e Abruzzo, regioni sottoposte alla contaminazione da parte dei loro numerosi fiumi. Qui il campionamento è risultato grave anche perché ha fatto seguito alle piogge che hanno ulteriormente alterato i parametri microbiologici dei campioni. Anche Calabria e Lazio raggiungono il 75% dei punti inquinati, mentre si classifica ultima come inquinamento e quindi prima per salute delle sue acque la Sardegna, dove è contaminato solo 1 punto su 10.

A determinare la grave situazione dell’ecosistema marino italiano è la mancata depurazione e la errata gestione degli scarichi fognari: quest’anno è stata avviata la terza procedura d’infrazione dalla Commissione europea per il mancato rispetto della normativa sulla depurazione degli scarichi civili. Questa volta è la Campania la prima regione coinvolta, per gli scarichi nocivi nei fiumi e nei mari con quasi 2 milioni e mezzo di abitanti lasciati senza servizi depurativi adeguati.

La campagna ambientalista mette in luce i punti critici delle acque italiane, proponendo un’informazione completa e adeguata alle necessità dei bagnanti. “In questi anni Goletta Verde ha monitorato costantemente lo stato di salute delle acque e denunciato più volte il problema di una mancata depurazione dei reflui civili” ricorda il vicepresidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani. La situazione di inquinamento delle acque nazionali copre un ampio territorio (ogni 51km di costa c’è un punto contaminato) e la pena per il mancato rispetto degli obiettivi imposti dall’Europa potrebbe essere pagata mezzo miliardo di euro dalla collettività.

Sempre più persone ogni anno si rivolgono a Goletta verde per ottenere informazioni, sia per prevenire situazioni di criticità sul mare che per segnalarle. La disinformazione infatti è un virus molto diffuso e pericoloso, e viene propagato a partire da fonti che dovrebbero essere considerate attendibili: il Portale delle acque del Ministero della Salute presenta dati e informazioni incongruenti rispetto a quelle che risultano dalle analisi condotte dalla campagna ambientalista e la classificazione dei siti balneari che dovrebbe indicare situazioni positive o negative agli italiani sul mare è poco chiara, e le stesse località possono presentare al tempo stesso bollino rosso o bollino verde.

I partner dell’operazione Goletta verde sono convinti dell’importanza del sostegno alla questione ambientale, e tra questi risulta fondamentale la partecipazione del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati (COOU). L’associazione collabora infatti con Legambiente perché col suo impegno nella raccolta e riciclo dell’olio lubrificante sa di poter evitare e prevenire pericolose contaminazioni della superficie marina: “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione” afferma Elena Susini, responsabile della Comunicazione del Consorzio. Il COOU, in completa coerenza con gli obiettivi che si propone l’operazione Goletta verde, promuove l’informazione sul riuso e sullo smaltimento corretto dell’olio: “Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato se versati in mare inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche”.

Autore

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.