Incontro in mattinata delle tre sigle sindacali alla ricerca di unità. La Cgil conferma la decisione di scendere in Piazza San Giovanni a Roma in 25 ottobre
Roma, 29 settembre – Camusso, Angeletti e Bonanni, insieme ad Annamaria Furlan che prenderà la guida della Cisl al suo posto, si sono riuniti per discutere a proposito della riforma dell’articolo 18 proposto da Renzi. L’obiettivo è quello di trovare una strategia unitaria d’azione.
Tre posizioni un diverse quelle di Cgil, Cisl e Uil. La Camusso si dichiara determinata a proseguire la sua battaglia contro l’abolizione dello statuto dei lavoratori. “Non credo che ci siano molte possibilità che la direzione del Pd decida qualcosa in linea con la piattaforma della protesta della Cgil, pensiamo che dobbiamo continuare la nostra iniziativa”, ha affermato il leader della Cgil riferendosi alla direzione del Partito Democratico in programma oggi pomeriggio. Differente l’approccio della Cisl che auspica una mediazione con Renzi. I punti da discutere per Bonanni sono il fisco, la politica industriale, gli investimenti e la precarietà. Angeletti, invece, della Uil si pone in attesa di una posizione più chiara da parte del Governo. Nessun accordo, infatti, è stato trovato nella stessa ala democratica e incombe il rischio di una spaccatura (si potrebbe anche ricorrere ai voti stasera se non si riuscisse a trovare un’intesa).
Dopo due ore di dibattiti e confronti tra i leader dei sindacati, non si è ancora giunti ad un vero e proprio accordo. Su una cosa, però, sembrano convenire tutti: l’articolo 18 è fondamentale per la tutela dei lavoratori. E a chi ha affermato che è ormai vecchio e superato (vige da circa 50 anni) e non ha più alcuna utilità, la Camusso ha risposto: “È come se uno dicesse: siccome gli omicidi sono diminuiti, aboliamo il reato di omicidio.” Se anche, quindi, i casi di licenziamenti discriminatori sono visibilmente diminuiti, ciò non significa che si possa eliminare la legge che li sanziona.
Forte di questa convinzione la Cgil non si arrende e scenderà in Piazza San Giovanni a Roma in 25 ottobre per protestare, preannunciando anche un possibile sciopero generale. “Non è detto che perderemo, anzi abbiamo la possibilità di vincere”. Mentre il premier ribatte: “Io insisto. Non mollo. Cominciamo con il cambiare lo statuto dei lavoratori”. Una battaglia, quella che si prospetta, lunga e difficile e due avversari in nessun modo disposti a cedere.