“Il potere si basa sull’ignoranza”. Elio Serino, si confronterà con gli studenti napoletani con un libro che spazia dal racconto poliziesco alla critica sociologica di una Napoli governata dall’arroganza dei poteri forti
Non poteva mancare un romanzo poliziesco a vivacizzare il Premio Letterario NapoliTime. Elio Serino con il suo romanzo, “Il ghigno del potere” edito da Alessandro Polidoro Editore, affascinerà i giovani critici letterari stimolandone la curiosità ma anche la riflessione. – “Un libro deve scatenare una discussione, una riflessione, ben lungi dal dichiararsi possessore della verità. Se un qualsiasi libro suscita queste emozioni, ha fatto il suo mestiere”. Un’affermazione questa dello scrittore di “Il ghigno del potere” che noi organizzatori del Premio condividiamo appieno.
Sono otto gli scrittori che concorrono con il proprio libro al Premio Letterario NapoliTime, proponendo differenti generi letterari ai giudici, e cioè agli studenti napoletani che con il proprio voto decreteranno il vincitore della II^ Edizione del Premio ai nastri di partenza. Serino con il suo racconto, si presenta agli studenti con una storia che solo apparentemente si veste di giallo e che vuole essere invece un faro nel buio là dove la miseria dell’anima atterrisce l’essere umano.
“Il ‘Ghigno’ è un finto giallo, un finto libro di svago. È scritto, nei primi capitoli, per dare un senso di confusione ed incomprensibilità, proprio come spesso appare la realtà quando cerchiamo di costringerci a capirla, un insieme confuso; poi si dipana veloce e tutte le tessere vanno al loro posto, proprio come ci capita quando afferriamo il senso delle cose : questo è quello che vorrei rimanesse impresso” ci confida Elio Serino a cui abbiamo chiesto cosa vorrebbe che rimanesse impresso di se ai ragazzi che leggeranno il libro.
“Il ghigno del potere”, un giallo ambientato in una Napoli mortificata dalla corruzione, dall’egoismo e dall’assenza di senso civico collettivo, si impone tra i libri concorrenti al Premio Letterario NapoliTime, per il risvolto morale che discerne da un testo che si alterna tra il racconto poliziesco fine a se stesso e l’analisi sociologica della Napoli contemporanea. – “Lo si può leggere da vari punti di vista, politico, sociologico, sentimentale, i piani di lettura sono molteplici e sarà la sensibilità del lettore a coglierne i vari aspetti” – ha commentato lo scrittore parlandoci del suo libro.
In una Napoli poliedrica, dai mille colori e profumi, intrisa di storia e di arte, capace di guardare al futuro con spirito moderno, si insidia come un serpente velenoso la cultura dell’indifferenza. Il libro di Serino mette in evidenza aspetti di degrado culturale oltre che territoriale, un degrado che prende forma dall’aridità di valori, che parte dall’alto, dalla Napoli bene fintamente borghese perché povera di senso civico nel rispetto dell’individuo e della collettività, priva della capacità di coesione e collaborazione per il bene di tutta la città. È un degrado che giunge al fondo di Napoli rispecchiandone il vertice, che si insinua silenzioso e prepotente tra i suoi abitanti. – “È un rapporto vittima-carnefice” – sottolinea Serino – “Napoli è vista come la metropoli per antonomasia dove la soperchieria e l’arroganza dei poteri forti colludono con l’ignoranza e l’incapacità dei cittadini a scegliersi i propri governanti” . Con una frase di Benedetto Croce, Serino dà senso alla sua affermazione: “Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose, non chissà quali grandi uomini. Abbiamo solo bisogno di più gente onesta”. Serino inoltre aggiunge: – “ll Potere si basa sull’ignoranza. Se avessimo una vaga percezione di quanta cultura si respira passeggiando per Napoli, il nostro cervello si metterebbe in moto, un cervello pensante è uno spauracchio tremendo e pericolosissimo!”
Sinossi:
Il ghigno del potere è un romanzo poliziesco breve con un forte taglio sociologico, che rappresenta anche il tratto distintivo di un testo in cui, all’indagine investigativa, si affianca una più profonda analisi della realtà napoletana contemporanea nella quale il degrado civile, che contrassegna alcuni strati popolari, è speculare alla decade1nza morale della borghesia, parimenti responsabile delle critiche condizioni in cui versa la città. In un contesto di corruzione, egoismo e infedeltà matura un delitto che assume anche una sua valenza simbolica, perché la vittima Lucia ben potrebbe rappresentare la Napoli mortificata nella sua antica cultura da individui di diversa estrazione sociale e professionale, ma tutti privi di senso civico e di coerenza nell’esercizio dei propri ruoli.