Rifiuti in Campania, stop ai fondi europei: 46,6 milioni di euro finiti nel cassonetto

La Corte di giustizia: “Non adottate tutte le misure necessarie allo smaltimento”.
Assessore Romano: “Giunta Caldoro ha fatto tutte quello che doveva fare”

RifiutiLa Commissione europea ha rifiutato il pagare i contributi finanziari per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti in Campania nonostante il ricorso presentato dall’Italia. Nel 2007, infatti, l’Unione Europea aveva avviato un procedimento d’infrazione nei confronti dell’Italia. Questo fu dovuto alla mancata gestione della spazzatura nella regione, e al non aver adottato tutte le misure necessarie allo smaltimento.

La sentenza della Corte di giustizia Europea è, quindi, definitiva. La Corte ha affermato che “giustamente il Tribunale ha paragonato l’oggetto del procedimento d’infrazione avviato dalla Commissione con quello della misura Fesr e che ha dunque avuto ragione nel confermare che la Commissione aveva dimostrato un nesso sufficientemente diretto fra la procedura d’infrazione e l’oggetto delle domande di pagamento Fesr dichiarate inammissibili. Infatti, da un lato, il procedimento d’infrazione riguardava l’intero sistema di gestione e smaltimento dei rifiuti in Campania, inclusi il recupero o la raccolta e l’inefficacia della raccolta differenziata. Dall’altro lato, gli interventi che sarebbero dovuti rientrare nella misura in parola includevano gli aiuti per la creazione di un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, il recupero o la raccolta dei rifiuti a valle della raccolta differenziata nonchè la realizzazione di discariche. La Corte respinge quindi tutti gli argomenti dell’Italia ed il ricorso nel suo complesso. Il rifiuto  della Commissione di pagare all’Italia i contributi finanziari per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti in Campania è dunque confermato”.

Non si è fatto attendere il commento dell’assessore all’ambiente, Giovanni Romano che ha espresso il sui dissenso per il ricorso respinto, affermando: “Dal 2010 la Regione Campania, guidata da Stefano Caldoro, ha fatto tutto quello che, per legge, doveva fare. Lo conferma, paradossalmente, proprio la sentenza della Corte di giustizia di Bruxelles che inchioda impietosamente alle proprie responsabilità chi ci ha preceduto ed oggi cerca di speculare per esigenze elettorali e per nascondere le colpe. Infatti, Il procedimento si riferisce al periodo di programmazione 2000-2006. La sentenza stabilisce un principio legato alla mancata pianificazione degli scorsi anni, circa il ciclo dei rifiuti urbani e le bonifiche delle aree inquinate. La Commissione europea, sulla base della sentenza, potrebbe non riconoscere parte delle spese sostenute con il POR 2000-2006. Invece, grazie alla Giunta Caldoro e alla approvazione del piano dei rifiuti urbani, del piano dei rifiuti speciali e del piano regionale delle bonifiche, operativi da oltre due anni, la Regione sta regolarmente certificando alla Commissione Europea gli investimenti del Por Fesr 2007- 2013 riguardanti i rifiuti“.

La Campania, comunque, non riceverà 46,6 milioni di euro circa, pari al 50% di quanto speso dalla Regione per la questione rifiuti.

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