Quirinale: a vuoto anche la seconda chiama, ancora lontana posizione PD e NCD

Tutto da rifare, per l’elezione del Presidente della Repubblica. Vincono nuovamente le schede bianche (531). Il candidato più votato è Ferdinando Imposimato con 123 voti (M5S). Vittorio Feltri si ferma a 51 voti (Lega e Fratelli d’Italia-AN). Staccate, sia Luciana Castellini 34 voti (Sel), che Emma Bonino 23 voti (dal PSI)

Voto QuirinaleAnche la seconda votazione, per l’elezione del Presidente della Repubblica, si conclude con un nulla di fatto. Nessun candidato è riuscito ad ottenere la maggioranza dei 2/3 dell’assemblea (673 voti). Le schede bianche sono state 531 e 143 i voti dispersi. Il candidato più votato, con 123 voti, è Ferdinando Imposimato che è sostenuto dal M5S. A seguire, il candidato della Lega e Fratelli d’Italia-AN con 51 voti, la candidata sostenuta da Sel, la scrittrice Luciana Castellini con 34 e infine Emma Bonino che ha preso 23 voti dal PSI.

Hanno votato scheda bianca, come avvenuto alla prima chiama, sia Partito Democratico che Forza Italia. Il partito di Renzi, come ha annunciato lo stesso Premier, inizierà a votare il proprio candidato, solo dal quarto scrutinio in poi e lo farà scegliendo il giudice costituzionale Sergio Mattarella. Un nome questo, su cui il partito di Berlusconi, non ha nessuna intenzione di convergere.

Anche Nuovo Centro Destra, ha annunciato per bocca di Alfano, il suo no secco a Mattarella. Ma non tutti la pensano così nel suo partito. Carlo Giovanardi, dichiara: “Si sta aprendo una riflessione nelle nostre file, così non possiamo continuare. Per me Mattarella è da votare”.

Forza Italia, sta valutando in queste ore, l’ipotesi di un piano B, nel caso l’ordine di scuderia non sia rispettato durante la quarta votazione. Per questo, si sono intensificati gli incontri tra l’ex cavaliere e i fedelissimi azzurri. Renato Brunetta intanto, non le manda a dire a Renzi e afferma: “Il premier, finora si è basato su due maggioranze: la sua maggioranza di governo con Alfano che è carne della nostra carne e la maggioranza sulle riforme costituzionali con Berlusconi, mettendo in un angolo la minoranza del suo partito che però è una minoranza molto pesante. Adesso, ha rotto il patto istituzionale con Berlusconi, ha rotto di fatto anche il patto con Alfano, perché Alfano è furioso al pari di Berlusconi. Per cui di fatto due maggioranze, la maggioranza istituzionale e la maggioranza di governo non ci sono più”.

A Brunetta, risponde il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti: “Spiace che evochi le elezioni. Si metta il cuore impace. Voteremo solo nel 2018 dopo aver fatto le riforme”.

Sempre più incerto lo scenario, che si arrichisce di nuove trame. Non è impossibile, ad esempio, che Mattarella possa essere divenire anche il candidato del M5S, qualora alla quarta votazione la rete decidesse in tal senso. A quel punto ci sarebbero i numeri sufficienti per l’elezione. Al momento, è in corso la terza votazione.

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