Ddl corruzione, forse al Senato dal 19 marzo. Dopo due anni nel cassetto

Grasso presenta il ddl circa due anni fa, ma si accorge del tempo che è passato solo grazie a Sky mentre Rai snobba l’argomento. Il ddl è atteso in aula da domani 19 marzo ma subirà uno stop per il drecreto legge sulle banche popolari. Il Governo litiga con l’ANM mentre le opposizioni protestano. M5S: “Lavoriamo anche nel week end”

Pietro GrassoIl Presidente del Senato Pietro Grasso se n’è accorto solo pochi giorni fa grazie a un “contatore Sky”: sono passati due anni da quando, nel suo primo giorno di attività parlamentare, presentava il ddl corruzione. Era precisamente il 15 marzo 2013, o se preferite 733 giorni fa. È così successo che una tv privata, quella di Murdoch, con SkyTG24 che da mesi segue attentamente il tema della corruzione (con l’inchiesta Le mani sul Paese), si è sostituita in maniera egregia al servizio pubblico, che avrebbe dovuto svolgere la Rai (pagata dai contribuenti), la quale invece ha deciso di snobbare l’argomento. “Guardavo SKYTG24 e, mentre si parlava del dibattito politico sulla corruzione, è apparso un timer che indica quanto tempo sia trascorso da quando presentai la mia proposta legislativa su questo tema – ha scritto con un post su facebook Grasso – Il tempo delle riflessioni, delle mediazioni, degli accordi al ribasso è decisamente finito. Questa sarà la settimana decisiva – ha concluso – Stavolta Godot arriva”.

Non sarà esattamente così. Ora, chi glielo dice a Grasso che il contatore Sky è destinato per il momento a non fermarsi? Già, perchè domani dovrebbe arrivare in aula al Senato il ddl corruzione ma questo non verrà discusso. Ci sarà solo la relazione sul testo, così come deciso dai capigruppo di Palazzo Madama. Il ddl poi tornerà in aula martedì 24 e giovedì 25 ma comunque solo e sempre dopo il decreto “sulle banche popolari”, evidentemente giudicato più urgente.

“La lotta alla corruzione è lunga e difficile e deve impegnare lo Stato. In questi ultimi mesi governo e maggioranza hanno fatto molto”, ha detto il presidente dei senatori Pd Luigi Zanda. E va bene, la lotta alla corruzione sarà anche lunga, ma andrebbe detto che due anni sono decisamente troppi per approvare una legge di tale importanza per il paese. Un mea culpa non guasterebbe, anche perchè la lotta alla corruzione spetta alla magistratura. Al Parlamento quello di fare le leggi che servono al paese. In questi 24 mesi, gli scandali si sono susseguiti uno dietro l’altro, da Expo a Mose, da Mafia Capitale alle ultime indagini della procura di Firenze su appalti di Grandi Opere e Tav. “Crisi economica e corruzione procedono di pari passo, in un circolo vizioso, nel quale l’una è causa ed effetto dell’altra” disse a febbraio durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, quando sottolineò come il pericolo più grande per la collettività fosse “una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi”. A quanto pare, inascoltato.

Ci sarebbe insomma bisogno della politica del fare e non di quella delle polemiche, che puntualmente si verificano su temi tanto importanti. Vedesi lo scontro tra Anm e Governo. “Uno Stato che funzioni – ha affermato il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Rodolfo Sabelli a ‘Uno Mattina’ – dovrebbe prendere a schiaffi i corrotti e accarezzare chi esercita il controllo di legalità”. Ma in Italia è accaduto il contrario: “i magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti accarezzati”. La replica di Matteo Renzi, non si è fatta attendere: “Lo Stato – ha detto il premier all’inaugurazione della Scuola Superiore di Polizia – non dà schiaffi a magistrati e carezze ai corrotti. Sostenere questo avendo responsabilità istituzionali o a nome di categorie, è triste. E’ una frase falsa, ingiusta, fa male ma non per il governo di turno, per l’idea stessa delle istituzioni”. Giusto. In Italia troppe volte si è assistito a litigi tra governo di turno e magistrati. Segno che c’è qualcosa che non funziona nell’andamento della democrazia italiana. Queste querelle, sembrano servire solo e soltanto a sviare l’attenzione pubblica da temi importanti, com’è appunto quello della corruzione.

E proprio sulla corruzione, le opposizioni si dicono contrarie alla perdita di ulteriore tempo. Loredana De Pretis (Sel), mette in guardia sul rischio che “se giovedì non si sarà pronti con la relazione, non si farà nemmeno quella” mentre il M5S chiede di lavorare anche venerdì, sabato e domenica. Il capogruppo M5S Andrea Cioffi, ha affermato: “Basta cincischiare, la priorità deve essere approvarare questo ddl”.

Cosimo Ferri, sottosegretario alla Giustizia del Governo Renzi, intanto cerca di rassicurare: “Sulla corruzione aumenteremo le pene e i termini di prescrizione. L’obiettivo è quello di approvare in fretta i disegni di legge attualmente in Parlamento ed intervenire anche sul tema dei controlli preventivi amministrativi”. In fretta, appunto. Per dirla alla Renzi: “con ritmo”.

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