Riforma Terzo Settore: la Camera approva il Disegno di legge Delega

A favore i partiti della maggioranza, contrari Sel e M5S, astenuta Forza Italia

Giuliano PolettiRoma, 9 aprile – La Camera dei deputati ha approvato il Disegno legge di Delega per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale. Il testo passa con i voti di tutti i partiti della maggioranza, contrari Sel e Movimento 5 Stelle, astenuta Forza Italia.
Soddisfazione espressa dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti che ha dichiarato: “Voglio esprimere la mia soddisfazione ed il mio apprezzamento per il lavoro svolto dalla Commissione Affari Sociali, dai relatori e dall’Aula che ha consentito di migliorare il testo consegnato dal Governo. L’approvazione di oggi segna un passaggio importante nel percorso parlamentare di un provvedimento che punta, definendo un quadro di regole certe e di trasparenza e senza intaccare il valore della pluralità delle esperienze, ad introdurre misure per favorire la partecipazione attiva e responsabile delle persone, valorizzare il potenziale di crescita e di creazione di occupazione insito nell’economia sociale e nelle attività svolte dal cosiddetto Terzo settore, anche attraverso il riordino e l’armonizzazione di incentivi e strumenti di sostegno”.
La Legge delega punta a definire con certezza le risorse previste che vanno ad affiancarsi “alle scelte già definite con la Legge di stabilità che ha stanziato oltre 115 milioni che, – sostiene Poletti – sommandosi ai 10 milioni ottenuti dai risparmi sulle spese generali della Presidenza del Consiglio, permetteranno, nel 2015, di avviare al servizio civile circa 50.000 giovani. Così come non vanno dimenticati i 500 milioni destinati alla stabilizzazione del 5 per mille, che consentiranno alle organizzazioni del Terzo settore di progettare e programmare i loro interventi finanziati con queste risorse”.
Ora l’esame del testo passa all’esame del Senato per la sua definitiva approvazione.
I commenti delle associazioni. Per Mondavi, ennesima occasione persa. La delega “presenta due macroscopiche criticità, che ci auguriamo vengano colmate dal Senato: la mancanza di coinvolgimento degli enti del terzo settore nella fase di stesura dei regolamenti delegati e l’assenza di Autorità Garante del Terzo Settore con ampi poteri di controllo e di garanzia su enti, procedure di affidamento, spese sostenute con denaro pubblico nonché sull’impatto sociale degli interventi finanziati”.
Per la Cgil “il disegno di legge definisce in modo più chiaro l’ambito della riforma del terzo settore e preserva il ruolo peculiare del volontariato e il suo carattere gratuito. Purtroppo, però, – afferma la segretaria confederale Vera Lamonica – conferma norme che snaturano l’impresa sociale, accentuandone il carattere commerciale”.

Per Alleanza Cooperative Sociali, il disegno di legge delega “va nella giusta direzione – dice il portavoce Giuseppe Guerini – e pone le basi per intervenire su un settore che da tempo aveva necessità di essere ordinato con maggior chiarezza e trasparenza”. Bene “l’introduzione di una doppia rete di controlli, con l’azione esterna del ministero del Lavoro e dall’Agenzia delle entrate associata a un sistema di accertamenti interni, sulla quale si giocherà la buona riuscita della riforma”.

Forti critiche da Sel con Giulio Marcon che in Aula ha dichiarato: “Quella approvata oggi è una legge che non tutela i diritti dei lavoratori del terzo settore, che rende subalterno e asservito il terzo settore alle logiche del mercato e della supplenza alle istituzioni pubbliche. Una legge che rischia di ridurre i servizi di welfare per fare spazio alle imprese”.

Donata Lenzi (Pd), relatrice al Ddl delega, ha commentato: “Quella di Sel e M5S è una lettura antica per cui sostenere il Terzo settore sia di per sé segno di una volontà di demolizione del Welfare, cosa che non è assolutamente nelle nostre intenzioni. Riteniamo, invece, che bisogna ricordare che il Terzo settore non si occupa soltanto di assistenza sociale, ma in grandissima misura di cultura, di difesa del patrimonio ambientale, sport e altro. E’ una visione molto limitata di Terzo settore quella che ritiene che sia solo nel sociale”.

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