Elezioni Regionali 2015: al centrosinistra 5 Regioni su 7. La rivincita di De Luca, vittorioso in Campania

Tra incertezze e polemiche Umbria, Toscana, Marche, Puglia e Campania al centrosinistra; Veneto e Liguria al centrodestra

vincenzo-de-lucaVittoria per 5-2 delle liste dello schieramento di centrosinistra nella tornata elettorale del 31 maggio. Toscana, Umbria, Marche, Puglia e Campania sono state aggiudicate dallo schieramento di centrosinistra mentre al centrodestra vanno Veneto e Liguria. Nei risultati dei singoli partiti si registra il successo del M5s e della Lega e, nonostante il successo elettorale, un calo del PD rispetto all’europee dello scorso anno.

Chiaro segnale a Renzi che non può più fare a meno dell’ala più a sinistra del partito, non riuscendo ad attrarre quell’elettorato di centrodestra cui la politica del suo governo sembra essere rivolta. La Serracchiani, presidente del Friuli, nonchè vicesegretario del Partito Democratico, si dichiara soddisfatta del risultato anche se come da lei affermato: “il caso ligure ovviamente ci amareggia” e, come tutti gli esponenti del partito, attribuisce la sconfitta in Liguria alla scissione di una parte del PD che ha presentato un proprio candidato: Luca Pastorino che ha ottenuto circa il 9% dei consensi. Dichiarazioni queste che hanno innescato ulteriori polemiche.

In Umbria un testa a testa fino alla fine tra il candidato Claudio Ricci, già sindaco di Assisi, e il presidente uscente Catiuscia Marini del PD, ha tenuto la regione con il fiato sospeso, assegnando infine la vittoria al candidato di centrosinistra.

Riconferma anche in Toscana del governatore uscente Enrico Rossi del PD, la Lega si attesta come secondo partito della regione con l’economista milanese Claudio Borghi che raggiunge il 20% e polemicamente dichiara che il meccanismo elettorale con il quale si vota in Toscana toglie di fatto agli elettori la possibilità di andare al ballottaggio.

Nelle Marche il governatore uscente Gian Mario Spacca, dopo essere uscito dal PD, perde le elezioni che vanno, con il 41% di preferenze, a Luca Ceriscioli del PD.

Larga vittoria della Lega in Veneto che ha riconfermato Luca Zaia con il quasi 50% delle preferenze, nonostante la scissione di Tosi che ha ottenuto circa il 13%. In Puglia Michele Emiliano si afferma nettamente sui suoi avversari, ottenendo il 47% e apre una porta ai “5 stelle”, offrendo alla candidata Antonella Laricchia l’assessorato all’ambiente.

Un caso molto particolare rappresenta la Campania dove l’ex-sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, batte il presidente uscente Stefano Caldoro. Molte le polemiche prima del voto a causa della lista degli “impresentabili” che ha visto coinvolti esponenti di entrambi gli schieramenti. Polemiche che si sono ulteriormente aggravate quando tre giorni prima del voto la lista è stata resa pubblica dalla Commissione antimafia presieduta dall’onorevole Rosy Bindi.

Sullo stesso De Luca gravano gli effetti della “legge Severino” che prevede per gli amministratori locali, condannati per abuso d’ufficio, la sospensione obbligatoria, anche per condanne in primo grado. Infatti, una volta che si sarà insediato come presidente della Regione Campania, Renzi dovrà sospendere De Luca dall’incarico, lasciando aperti così nuovi e incerti scenari. La candidata del M5s, Valeria Ciarambino, ha più volte ribadito che il problema dell’impresentabilità dei candidati è una macchia per tutta la politica italiana e ha ricordato come il termine “candido”, cioè “pulito”, “immacolato”, debba contraddistinguere chi si occupa della “Res pubblica”, degli affari pubblici.

 

 

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