Fermato dalla polizia un pregiudicato di 28 anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso ma non è stato lui ad aver sparato. In programma una catena umana davanti la Questura a sostegno dell’agente ferito organizzata dall’associazione antiracket
Napoli, 26 settembre — È ancora caccia all’uomo in merito alla sparatoria avvenuta la sera di giovedì nel quartiere Fuorigrotta, zona ovest di Napoli. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, gli agenti in borghese in servizio in una operazione antiestorsione, sono stati colti alle spalle da uno dei malviventi che si sarebbe introdotto in auto sedendosi sul sedile posteriore della Fiat Panda sparando poi al sopraintendente Nicola Barbato e ferendolo alla spalla e al collo.
Una prima ipotesi investigativa ricostruisce l’accaduto in maniera differente alle prime voci che parlavano di una sparatoria in strada, sembrerebbe in realtà che si sia trattato di un vero agguato ad opera di un estorsore. Tra le ipotesi emerge anche la possibilità che gli agenti siano stati scambiati per esponenti di un clan rivale.
La ricostruzione dei fatti emersa dai rilievi svolti dagli agenti che stanno investigando sul ferimento del poliziotto della Squadra Mobile in servizio in borghese davanti la fermata della Cumana a Fuorigrotta in via Leopardi, sarebbe supportato anche da un video acquisito dagli investigatori.
A dirigere le indagini Fausto Lamparelli, capo della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Napoli. Seguono da vicino lo svolgimento delle operazioni per l’identificazione e l’arresto del malvivente che ha attentato alla vita dei poliziotti, anche il procuratore Giovanni Colangelo con i pm dell’anticamorra Francesco De Falco e Maurizio De Marco, e i procuratore aggiunti Filippo Beatrice e Giuseppe Borrelli.
Barbato resta sempre in gravi condizioni ed è ricoverato nel reparto di terapia intensiva all’Ospedale Cardarelli di Napoli. Tante le manifestazioni di affetto e stima per il poliziotto che ha rischiato la vita nello svolgimento di un operazione anti estorsione. A fargli visita al nosocomio di via Nuova Marina, anche il capo della polizia Alessandro Pansa.
Sabato mattina, in segno di solidarietà, si terrà anche una catena umana davanti al palazzo della Questura in via Medina organizzata dall’associazione antiracket. – “Stava svolgendo un’operazione di sostegno nei confronti di un commerciante iscritto alla nostra associazione” ha affermato il presidente onorario dell’associazione.
C’è stato intanto un primo fermo di polizia nelle indagini: un pregiudicato di 28 anni con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e stupefacenti, è stato arrestato perché indagato per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Si cerca ancora invece il responsabile materiale del ferimento di Barbato, l’uomo che lo ha sparato e che ha tentato di ucciderlo.
FOTO: tratta da ansa.it