In corso a Roma l’udienza d’Appello del processo riguardante la vicenda di alcune utenze di parlamentari acquisite senza relative autorizzazioni nel 2006, quando il primo cittadino napoletano era pubblico ministero a Catanzaro e titolare dell’inchiesta Why Not
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris sceglie di non commentare, per il momento, la decisione della Consulta di giudicare costituzionale la legge Severino (vai all’articolo). “Farò un commento approfondito – ha dichiarato ai giornalisti il sindaco – appena avrò notizie da Roma, dove spero ci sia la definizione del processo d’appello. Solo allora commenterò sia quello che è accaduto ieri, di cui non ho gli esatti termini, sia quello che accadrà oggi”.
Il primo cittadino partenopeo si riferisce all’udienza d’Appello del processo in cui è imputato, riguardante la vicenda di alcune utente di parlamentari acquisite senza relative autorizzazioni nel 2006, quando era pubblico ministero a Catanzaro e titolare dell’inchiesta Why Not. Il 25 settembre 2014 il sindaco era stato condannato in primo grado a un anno e tre mesi per abuso d’ufficio. Un reato che non esiste più dal ’97, salvo che non procuri un danno ingiusto o un ingiusto svantaggio patrimoniale. Per i giudici che lo condannarono, il danno ingiusto per i parlamentari intercettati consisteva nel fatto che c’era la possibilità di sapere a chi i parlamentari telefonassero. L’ex pm ha sempre dichiarato di non sapere a chi appartenessero i numeri di telefono, ma senza convincere i giudici che condannandolo in primo grado scriveranno: “Ha perseguito pervicacemente l’obiettivo immediato di conoscere i dati telefonici dei parlamentari”.
Con la condanna per abuso d’ufficio, il 1° ottobre 2014 de Magistris è stato sospeso dalla carica di sindaco dal prefetto di Napoli in applicazione della legge 190/2012, cosiddetta legge Severino dal nome del ministro della Giustizia del governo Monti, Paola Severino, che ne ha redatto i decreti attuativi. Da quel giorno per de Magistris è iniziata un’altra battaglia legale, che lo ha portato ad essere reintegrato il 30 ottobre 2014 a seguito della pronuncia del Tar della Campania, che ha provveduto a sospendere il provvedimento prefettizio e rimettere gli atti alla Corte Costituzionale perchè si pronunciasse sulla questione di legittimità costituzionale.
Il resto è storia recente. La Consulta si è pronunciata ieri giudicando costituzionale la legge Severino. A de Magistris, che rischia un’altra sospensione non rimane che attendere il verdetto del processo d’Appello e sperare nell’assoluzione da parte dei giudici della Cassazione. O eventualmente che il reato venga prescritto.