Alla Camera passano due mozioni apparentemente contrastanti. Quello di Sinistra Italiana impone al governo lo stop fino alla comunicazione del piano industriale. L’altro di Ncd dà il via libero alla privatizzazione
Roma, 4 dicembre – L’esecutivo Renzi frena sulle privatizzazioni ma senza abbandonare l’idea. E così alla Camera passano due mozioni apparentemente contrastanti, una di Sinistra Italiana che impegna il governo allo stop fino alla comunicazione del piano industriale. L’altra del Nuovo Centrodestra, che invece chiede di proseguire la procedura di privatizzazione già avviata, “garantendo che la proprietà della rete resti pubblica ed al contempo assicurando gli obblighi del servizio pubblico e la maggioranza piena dell’azionariato dello Stato”.
Si tratta apparentemente di due mozioni contrastanti, tanto da far dire ad Arturo Scotto – capogruppo di Sinistra Italiana –, che “forse c’è un ripensamento da parte del governo”. Lo stesso Scotto poi, pensando alla mozione di Ncd, definisce il voto di oggi sintomo di “contraddizioni in seno alla maggioranza”. Anche per il deputato Franco Bordo, l’esecutivo rallenta sul processo di privatizzazione. Il primo firmatario della mozione, spiega: “Il principio affermato, grazie alla nostra mozione, è che qualunque iniziativa deve avvenire attraverso il coinvolgimento del Parlamento, cosa che inizieremo a fare sin da subito chiedendo, dopo l’audizione già fissata del ministro dell’Economia Piercarlo Padoan, anche quelle di Delrio e dei nuovi vertici dell’azienda, peraltro appena rinnovati”.
Per gli alfaniani invece non c’è conflitto. A spiegare il perchè è la prima firmataria della mozione Ncd, Dorina Bianchi, che afferma: “In realtà tra il nostro testo e quello di SI non c’è conflitto. Loro chiedono che, prima di procedere alla privatizzazione, il governo renda noto al Parlamento il piano industriale, noi, partendo dall’assunto che Fsi è una società che ha già in essere una ristrutturazione aziendale, chiediamo che la privatizzazione sia avviata perché la concorrenza può aiutare a migliorare i servizi. Ma chiediamo anche che la rete debba restare pubblica”.
Per il deputato del Movimento 5 Stelle, Diego De Lorenzis, primo firmatario di una mozione bocciata dall’Aula, il conflitto è solo apparente. “Il governo – ha affermato De Lorenzis – si è impegnato a sospendere la privatizzazione che comunque si farà. Riprenderà il suo percorso previa comunicazione al Parlamento del piano dell’esecutivo. Noi, rispetto a Sinistra Italiana, chiedevamo la sospensione in modo incondizionato. Di positivo – conclude – c’è il momento di riflessione e la pubblicità ad una vicenda, che diversamente, rischiava di proseguire alla totale insaputa dell’opinione pubblica”.
Nonostante per il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, le “risorse per le privatizzazioni ridurranno il debito pubblico e rafforzeranno le società coinvolte”, come ha dichiarato egli stesso al convegno di Assonime, arriva anche il chiarimento del neo Ad del gruppo FS, Renato Mazzoncini. “Non c’è privatizzazione ma quotazione in Borsa. La quotazione non avverrà per forza nel 2016. Il mio parere, noto a chi mi ha nominato, è semplice: non escludo che ciò avvenga ma non è il nostro fine, bensì solo un mezzo che vogliamo utilizzare per rendere più forte l’azienda nei prossimi anni”.