La presidente del Consiglio regionale, Rosetta D’Amelio, parla di “eredità del passato” e promette di fare chiarezza sull’affidamento del servizio. Intanto aumenta il numero dei componenti dell’ufficio di presidenza che si dicono favorevoli a un “dietrofront” sulla gara d’appalto
Napoli, 20 dicembre – Continua la polemica sulla gestione del servizio di buvette in Regione Campania (vai all’articolo). Un servizio grazie al quale i consiglieri regionali e loro collaboratori possono pranzare o bere un caffè a prezzi calmierati, ovvero fuori mercato. Si tratta di un circostanza rispetto alla quale la Procura di Napoli ha deciso di procedere con un’indagine conoscitiva. Mentre l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale in queste ore ha avviato un’istruttoria. Tutto a poche ore da un’inchiesta giornalistica partita dal quotidiano Il Mattino.
“A verifica della regolarità della gara per l’assegnazione del servizio bar e ristorazione nella sede del Consiglio, abbiamo chiesto agli uffici competenti di fornirci una dettagliata istruttoria – spiegano la presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio e il questore alle Finanze Antonio Marciano – perché la decisione è stata assunta dal vecchio ufficio di presidenza, il bando è stato emanato nella passata legislatura e solo ad ottobre di quest’anno gli uffici hanno terminato quell’iter”.
Rispetto all’opportunità di mantenere il servizio, il vertici della commissione Trasparenza – in particolare la presidente Valeria Ciarambino e e il segrerario Luciano Passariello – hanno sollecitato un’attenta riflessione. “Mi pongo una domanda – ha affermato la Ciarambino –, ma il servizio di buvette così com’è serve veramente? Dall’audizione sono emersi elementi che noi del M5S ignoravamo, sui costi che la Regione sostiene per questo servizio. Chiederemo – ha aggiunto – di conoscere l’ammontare di tutti i costi, oltre a quelli accertati che sono di circa 100mila euro all’anno come contributo della Regione. Riteniamo che i prezzi del ristorante siano assolutamente assimilabili a quelli che si pagano in tanti altri ristoranti e tavole calde private presenti al Centro direzionale. Perchè la Regione allora finanzia il servizio buvette con il denaro dei cittadini? Si valuti – ha concluso – di garantire il servizio, se serve, ma senza soldi pubblici”.
La presidente del parlamentino D’Amelio e il questore alla Finanze, Marciano, si resi pronti ad ascoltare “il parere di tutte le forze politiche e dei rappresentanti sindacali dei lavoratori del Consiglio”. Terminata la fase d’ascolto, si deciderà sul da farsi. Sembra comunque aumentare il numero dei componenti dell’ufficio di presidenza che si dicono favorevoli a un “dietrofront” sulla gara d’appalto. Tommaso Casillo – vicepresidente del Consiglio regionale –, Vincenzo Maraio e il capogrupo dei Verdi, Francesco Borrelli, si sono detti favorevoli a “sospendere la gara per eliminare ogni elemento che possa far pensare a un privilegio”. Qualsiasi decisione in questo senso verrà presa comunque solo dopo aver sentito l’Anac di Raffaele Cantone, a cui la commissione Trasparenza invierà gli atti sul bando di gara.
Approfondimenti che permetteranno di far piena luce sulla gestione del servizio e su alcuni aspetti poco chiari, come ad esempio se la buvette sia riservata solo a consiglieri regionali e collaboratori o possano usufruirne anche ospiti e visitatori occasionali, come attualmente avviene.