Renzi: “Nel 2016 la legge sulle unioni civili”. Ma la prima deputata che la propose: “Più speranze 30 anni fa”


Il Primo ministro nella sua newsletter rilancia il tema dei diritti civili

Unioni civili“La svolta per l’Italia nel 2015 c’è stata”. Lo ha assicurato Matteo Renzi, nella sua ultima newsletter, che vuole essere “un riassunto e un bilancio di questo 2015”. L’elenco delle leggi è lungo e spesso, accusa Renzi, sono passate sotto silenzio. Dall’art.18 alla legge elettorale, dalla riforma della scuola a quella della Pubblica Amministrazione. “Certo – ricorda il capo del governo – questo non significa che abbiamo fatto tutto bene o che non c’è altro da fare. Siamo ancora in pista per i diritti civili, servizio civile e terzo settore”.

Proprio per quanto riguarda le unioni civili, in queste ore sembra prendere corpo l’ipotesi di un nuovo accordo – come avvenuto sulla Consulta – tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, con quest’ultimo che potrebbe dare un “sostegno esterno”. Lo scopo è sbloccare un disegno di legge ormai fermo al Senato da mesi, a causa dell’ostruzionismo del Nuovo Centrodestra. Sempre più sulle barricate, dopo la sentenza dei giudici della Corte d’Appello di Roma, che ha confermato la legittimità di una stepchild adoption, cioè l’adozione del figlio partner a favore di una coppia di donne omosessuali. E le norme sulla stepchild adoption sono proprio quelle che Area Popolare vorrebbe vedere stralciate dal disegno di legge sulle unioni civili, che tornerà ad essere discusso nell’aula di Palazzo Madama dal 26 gennaio.

In queste ore, di unione civili ha parlato anche Angela Bottari, l’allora deputata siciliana – oggi dirigente del Pd di Messina – che nel ’76 depositò in Parlamento, insieme a due colleghe, il primo testo di legge per regolare le unioni civili in Italia. Lo ha fatto rilasciando un’intervista al Fatto Quotidiano, nel corso della quale ha affermato: “Renzi e il governo hanno per le mani un’occasione storica, non la buttino alle ortiche per questioni di bottega”. Bottari, che ha visto sfilare in 30 anni altri 45 disegni di legge – l’ultimo quello della senatrice dem Monica Cirinnà – non nutre molte speranze, ma consiglia a Renzi di non cercare a tutti i costi un accordo né con la minoranza dem né con Ncd. E di non cadere nella tentazione di accordi al ribasso, perché spiega: “Se esiste una maggioranza diversa su un tema così sentito e delicato, come sembra esserci, questa possa esprimersi e comporsi, al di là degli equilibri e delle convenienze. E’ un dovere a questo punto. Anzi dovevano farlo subito e forse è già tardi”.

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