Nel 2016 108 almeno sono le donne morte ammazzate per mano di un uomo, tragici i dati del femminicidio in Italia. “Denunciare può salvare la vita di una donna”
“Il 25 novembre ricorre la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, una data simbolo per un ideale che dovrebbe essere rispettato tutti i giorni in modo particolare da uomini, figli, mariti, padri, amanti, amici delle donne” – così in un nota Giulio Catuogno segretario generale Coisp Napoli – “La violenza maschile sulle donne è ormai fatto di cronaca quotidiana, sino ad ora però né la legge del 2013 contro il femminicidio, né il piano antiviolenza prodotto dalla commissione Pari Opportunità, hanno dato i risultati sperati. Non sono diminuiti i femminicidi, almeno non come si sperava, i dati sono diventati sempre più tragici. In Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa da un marito, un fidanzato, un compagno”.
“Violenze consumate tra le pareti domestiche, sembrano essere un fatto privato invece si tratta di drammi ben più ampi” – continua Catuogno.
Il 25 novembre ricorre la giornata mondiale contro la violenza alle donne, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in ricordo alle sorelle Mirabal, attiviste della Repubblica Dominicana, uccise il 25 novembre 1961 per la loro opposizione al regime dittatoriale.
“Quando parliamo di violenza indichiamo oltre a quella fisica, quella psicologica o anche quella sessuale, economica e lo stalking. Quest’ultimo reato è cresciuto in modo spropositato in Italia, un tipo di reato diventato per lo più comune che indica le molestie ossessive e patologiche”. Sottolinea il segretario generale del Coisp.
“Spesso si diventa vittime per non aver colto in tempo i segnali di pericolo”. “Una donna che pensa di essere vittima deve essere certa di trovare nella Polizia di Stato un valido aiuto. Nei nostri uffici c’è personale preparato e capace di dare informazioni corrette oltre che un ausilio concreto”. “Denunciare è il primo passo verso la libertà, è avere la forza di riconoscere la propria dignità ed ol proprio ruolo” – sottolinea Catuogno – “Esistono persino modalità anonime per la denuncia di una violenza così come esiste il 1522 sempre disponibile ed in rete si trovano alcuni questionari che aiutano le donne vittime”.
“Da sempre la Polizia di Stato è a fianco delle donne, il guaio è che se un certo numero di reati viene denunciato esiste tanto che ancora resta chiuso tra le quattro pareti di un appartamento, infatti gli operatori sono ben consapevoli che il numero di denunce non corrisponde ai fatti reali anche perchè spesso le violenze vengono perpetrate all’interno dei rapporti familiari e per noi della Polizia di Stato diventa difficile intervenire”.
“Denunciare può salvare la vita di una donna ed è dovere di chiunque venga a conoscenza di una situazione simile avere il coraggio civile di segnalare il fatto” – conclude Catuogno.