La mancanza del numero legale durante il Consiglio del 30 dicembre fa perdere fondi per 16 milioni. De Magistris è furibondo, ma anche i sindaci chiedono un atteggiamento responsabile alle opposizioni presenti in Consiglio metropolitano
Napoli, 4 gennaio – Lo stallo politico in Città metropolitana ha come effetto lo stop ai lavori per strade, scuole ed altre opere importanti nel territorio della Città metropolitana di Napoli. Con la mancanza del numero legale, vista l’assenza dei rappresentanti di Pd, Fi e M5s durante il Consiglio metropolitano del 30 dicembre, non solo si dovrà dire addio a risorse per 16 milioni di euro, ma il rischio è che l’Ente debba pure pagare penali per quelle ore già in cantiere, per le quali poi è mancato l’ok definitivo da parte del Consiglio.
Un atteggiamento, quello dello opposizioni, che è teso ad instaurare un braccio di ferro con il sindaco per le deleghe assegnate recentemente da quest’ultimo. “È una vergogna”, aveva detto de Magistris subito dopo la seduta del Consiglio andata deserta. Lo stesso aveva definito “da irresponsabili” l’atteggiamento dei consiglieri che “pur essendo nel complesso di Santa Maria La Nova non sono entrati in aula”.
Il Partito Democratico aveva risposto con una nota a firma di Venanzio Carpentieri e Giuseppe Jossa, rispettivamente segretario metropolitano di Napoli e capogruppo Pd in Città metropolitana. “Occorre – affermavano Carpentieri e Jossa – restituire alla città metropolitana piena dignità e sottrarla all’evidente subordinazione cui finora è stata relegata nei confronti del comune capoluogo. Non è tollerabile che essa continui ad essere una mera stanza di compensazione per accontentare le pretese di chi non trova spazio a palazzo San Giacomo”.
“La riforma Del Rio – continuavano – richiede di essere pienamente attuata ed anche modificata negli aspetti che oggi non consentono di avere un governo democraticamente eletto. Su questo lanciamo la sfida a De Magistris, ribadendo la nostra ferma posizione di attuare una piena condivisione istituzionale delle scelte che riguardano l’Ente, nel rispetto delle comunità che i nostri eletti rappresentano”.
I problemi nascono dal meccanismo di elezione previsto dalla riforma Delrio, che non permette la formazione di una maggioranza definita. Il sindaco della Città metropolitana è di diritto il sindaco del Comune capoluogo, mentre i consiglieri sono espressione di altre realtà territoriali, spesso con una provenienza politica molto diversa se non opposta a quella del sindaco.
Quanto accaduto lo scorso 30 dicembre non è piaciuto ai sindaci dei Comuni che hanno visto sfumare fondi attesi da anni. “Le battaglie politiche non vanno fatte a spese dei territori”, ha dichiarato al quotidiano Il Mattino Piergiorgio Sagristani, primo cittadino di Sant’Agnello. Opinione condivisa dal sindaco di Procida, Dino Ambrosino (Pd): “Le opportunità di finanziamento non vanno perse. Pur riconoscendomi nel partito, prendo le distanze da certi comportamenti e auspico maggiore collaborazione con de Magistris”.
Si spera che il Governo voglia quanto prima modificare la legge Delrio, ridare ai cittadini la parola ed evitare che si possano creare queste situazioni. Stavolta sono stati mandati in fumo 16 milioni, chissà cos’altro potrà accadere domani.