Lo sconcerto è di casa da tempo nel crogiuolo ribollente dei 5Stelle e nasce da tre filoni che confluiscono nella disaffezione di grillini e della pubblica opinione
I diktat del comico e del compare Casaleggio, ora del figlio suo erede, hanno sapore di ventennio e il colmo è di questi giorni per la minaccia a due fuoriusciti di sborsare 250mila euro di “multa”. La pratica delle espulsioni che ricorda molto da vicino le purghe fasciste e le epurazioni staliniste, ha colpito per primo il sindaco di Parma, colpevole di indipendenza progettuale ed è continuata con chiunque sia in disaccordo con i proclami del comico e del suo cosiddetto direttorio, manifestato in occasione di bugie e comportamenti contrari all’etica dell’onestà sbandierata, smentita dai fatti.
Motivo d’attualità delle defezioni è il recente doppio salto della quaglia del vertice: addio a Farage, richiesta di accasarsi con i liberali di Alde. Al rifiuto, viaggio alla Canossa dell’euroscettico francese a condizioni umilianti. Una ragione supplementare che spiega l’esodo da movimento è tutta siciliana dove nove esuli contestano la gestione personalistica, nepotista dei vertici e puntano l’indice sulla truffa delle firme false, svelata da una quinta colonna grillina. 5Stelle in affanno: lasciano nove contestatori e si fa duro il compito di formare le liste elettorali per le amministrative di primavera. Il comico può mettere in lista solo 27 nomi su 40. Le fazioni, una contro l’altra armate, si fronteggiano a colpi di insulti.