Pnrr, Di Maio a Napoli: “Ripresa a rilento, crisi del grano rischia di causare altre guerre”

l ministro degli Esteri: “Il costo dei materiali e dell’energia purtroppo incide anche sulla costruzione delle infrastrutture, sulla realizzazione di parte dei progetti del Pnrr“

“Sono molto contento di essere qui a questo evento stamattina, ovviamente affrontiamo il tema del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ma non possiamo non tener conto del fatto che anche nel Pnrr abbiamo problemi che stanno scaturendo dalla guerra in Ucraina”. A dirlo il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, questa mattina a Napoli per un confronto sul tema del Pnrr presso la Sala dei Baroni del Maschio Angioino, promosso dal consigliere Gennaro Demetrio Paipais. “Il costo dei materiali e dell’energia purtroppo incidono anche sulla costruzione delle infrastrutture, sulla realizzazione di parte dei progetti del Pnrr. Come Governo con due decreti negli ultimi 5 mesi abbiamo investito circa 30 miliardi di euro per mitigare gli effetti sulle famiglie e sulle imprese della guerra in Ucraina”, ha spiegato Di Maio.

“Siamo ottimisti di riuscire a raggiungere i requisiti richiesti per accedere al prossimo finanziamento del Pnrr. Le cose stanno andando bene perché stiamo lavorando tutti quanti insieme al di là degli schieramenti. L’esecuzione del Pnrr dipenderà dagli uomini e donne che lo realizzeranno – ha proseguito Di Maio –. Il lavoro che facciamo oggi anche con convegni come questi è riunire varie generazioni in questa grande sfida. Questo obiettivo lo abbiamo a breve termine perché il 2026 è dietro l’angolo e dobbiamo correre per realizzare progetti ma spero che questo metodo di lavoro che si fonda su finanziamenti e risultati sia un metodo di lavoro che ci portiamo molto oltre il 2026. I Comuni del sud hanno oggi una grande carenza di personale e di risorse, è per questo – ha aggiunto – che strumenti come Patto per Napoli devono rafforzare la capacità progettuale degli Enti locali in modo da poter realizzare obiettivi nei termini richiesti dal bando“.

Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, Di Maio ha affermato: “Ci sono degli effetti devastanti come quello del grano, come quello dell’emergenza alimentare. Qui rischiamo che scoppino nuove guerre a migliaia di km di distanza dall’Ucraina a causa del fatto che la Russia con le navi militari sta bloccando l’export di grano dai porti ucraini. Oggi siamo alle porte di un Consiglio europeo che si terrà a fine giugno che vedrà il presidente Mario Draghi andare a discutere al tavolo europeo di importanti tempi: il tetto massimo al prezzo del gas, prima di tutto, che è un tema che attiene alla competitività delle nostre aziende. Se oggi noi non aiutiamo le nostre aziende con un tetto europeo al prezzo del gas avremo un problema enorme di competitività delle nostre aziende perché in altri posti del mondo l’energia non costa come in Europa o in aree critiche del Mediterraneo. Si discuterà della crisi alimentare e ovviamente della soluzione diplomatica, siamo tutti d’accordo che dobbiamo arrivare alla pace, che serve una escalation che sia diplomatica e non miliare e fino ad ora tutti gli aiuti che abbiamo dato all’Ucraina, anche sul piano militare si sono basati su una risoluzione del Parlamento e soprattutto su principio di legittima difesa”.

“Spesso parliamo di guerre, carestie, colpi di stato e crisi legate a organizzazioni terroristiche, ma il Mediterraneo è una grande area commerciale alla quale dobbiamo necessariamente guardare per aumentare le possibilità economiche del nostro territorio – ha ricordato il titolare della Farnesina –. Il 16 giugno avremo qui a Napoli la ministeriale dei ministri della cultura del Mediterraneo – ha aggiunto –, sarà un altro importante evento nel quale faremo il punto sul coordinamento culturale e turistico del Mediterraneo”. “I ministri mi chiedono di fare qui il prossimo bilaterale per spendere anche qualche ora di libertà per poter visitare Napoli. Tutti sono affezionati alla nostra terra, dobbiamo valorizzare il capitale e imparare dai nostri errori”, ha concluso Di Maio.

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