“Non daremo tregua alla borghesia mafiosa”, afferma l’ex sindaco di Napoli e leader della coalizione Unione Popolare. Su una eventuale alleanza con il M5s, poi aggiunge: “C’è stato silenzio da parte di Conte, ha deciso di non accogliere un invito che poteva essere entusiasmante”
“Unione popolare è l’unica vera novità politica di fronte ai saltimbanco del circo della politica. In un momento così difficile per il nostro Paese stiamo assistendo a un riposizionamento politico di politicanti che pensano solo alle poltrone. A dirlo l’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris, presentando la sua candidatura e il simbolo di Unione Popolare, coalizione con la quale (a patto che si depositino 35mila firme, ndr) parteciperà alle elezioni politiche del 25 settembre. Di Unione Popolare fanno parte il gruppo parlamentare ManifestA, Rifondazione, Potere al Popolo, Risorgimento socialista. Il simbolo di Unione Popolare riprende i colori arcobaleno della bandiera della pace, visto che la coalizione ha tra i propri principi il pacifismo, la lotta alle disuguaglianze sociali, l’ambientalismo, la lotta alle mafie.
E proprio riguardo alla lotta alle mafie, de Magistris ha affermato: “In Parlamento alla guida di Unione Popolare non darò tregua alla borghesia mafiosa, ai colletti bianchi che depredano il denaro pubblico cementificando il rapporto delle mafie con la politica, l’economia e le istituzioni, sottraendo il denaro ai diritti dei cittadini, a cominciare dalla sanità pubblica. La politica – ha aggiunto – non ha fatto nulla perché non ha mani oneste, autonome, libere, competenti e coraggiose per attaccare al cuore il sistema criminale. Libereremo i palazzi del potere dal puzzo del compromesso morale”.
Le prime proposte in Parlamento, se la coalizione dovesse superare la soglia di sbarramento, riguarderanno il “salario minimo e una casa per ogni famiglia. Lo stop all’invio di armi e il no all’aumento delle spese militari. Lo stop al fossile, primo responsabile del cambiamento climatico. La restituzione al popolo della sovranità dei beni comuni ceduti ai profitti di pochi: dell’energia alle foreste, dall’acqua all’aria. La tassazione delle rendite finanziarie dei super ricchi per finanziare il reddito dei poveri”.
De Magistris ha parlato anche del capitolo alleanze e della mancata risposta dell’ex premier Giuseppe Conte. “Rispetto alla nostra proposta Conte è stato in silenzio, quindi forse ha deciso di non accogliere un invito che poteva essere entusiasmante: mettere insieme chi vuole costruire un polo alternativo alle destre e al grande centro di cui è azionista di maggioranza e playmaker Letta che deve distribuire le quote tra Calenda, Renzi, Mastella, Di Maio, Fratoianni, Bonelli e forse ne ho dimenticato qualcuno”. L’ex sindaco di Napoli ha sottolineato che la sua proposta era rivolta “a chi non sta nel sistema, a chi non è allineato o chi come Conte dice di non voler più stare con Draghi, con il Pd, dice che vorrebbe tornare alle origini. La nostra proposta ‘suggeriva’ di andare a guardare a chi nella vita è rimasto coerente, credibile, a chi può costruire un campo aperto, a chi ha portato avanti battaglie che erano anche quelle delle origini del M5s come l’acqua pubblica, i beni comuni, la partecipazione, la lotta alla corruzione, battaglie che noi, alla guida della città di Napoli, abbiamo praticato”.