Sanità campana, De Luca festeggia la vittoria sul riparto del fondo nazionale e apre sull’autonomia differenziata

“Nel 2023 recupereremo i 220 mln che ci rubavano fino a oggi”, annuncia il governatore della Campania. Nonostante questo, però, avverte che purtroppo in Italia dei Pronto soccorso rischiano la chiusura per via dei pochi fondi previsti nella legge di stabilità e per mancanza dei medici. Per quanto riguarda invece l’autonomia differenziata, De Luca si dice d’accordo a patto che vengano definiti prima i Livelli essenziali di prestazione (Lep)

“In Italia abbiamo una situazione non di crisi, ma drammatica, per quanto riguarda il personale medico e ospedaliero e in particolare per i pronto soccorso. Non hanno fatto niente quelli di prima e non sta facendo niente il Governo attuale. Rischiamo di non poter tenere aperti i pronto soccorsi principali, quelli dove ci si salva la vita. Diventa inevitabile, non c’è altra soluzione”. A dirlo il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, a margine di un appuntamento a Nocera inferiore.

Nella legge di stabilità stanziano due miliardi, ma solo per l’aumento dei costi energetici se ne andrà un miliardo e mezzo. Non ci hanno ancora restituito i fondi che abbiamo impegnato per il Covid perché le Regioni hanno pagato i fondi per il Covid – ha spiegato De Luca –. Il Governo ha restituito solo i due terzi, manca all’appello un altro terzo e, ovviamente, non avremo personale. Non so, sinceramente, dove intendono arrivare. Mi auguro che perlomeno avremo un’integrazione di finanziamenti per dare condizioni retributive più dignitose ai medici impegnati nell’area dell’emergenza-urgenza, cioè nei pronto soccorso e nel 118”.

Un problema, quello dell’assenza di medici nei pronto soccorso, presente anche in Campania. “Abbiamo fatto almeno cinque concorsi: non partecipano per l’area delle emergenze-urgenze e quando partecipano, dopo 48 ore, chiedono il trasferimento presso altre strutture ospedaliere e, ovviamente, non possiamo fare nulla per impedirlo. Bisogna prendere delle decisioni a livello nazionale. La proposta che abbiamo fatto noi è di mettere a lavorare negli ospedali i giovani laureati già dal primo anno di specializzazione. Non c’è altro da fare, altrimenti dovremmo ridurci, come qualche altra parte d’Italia, dove si pagano i medici a partita Iva, ma questo – sottolinea De Luca – significa in prospettiva che distruggiamo la sanità pubblica perché di questo passo i medici si trasferiranno nei settori privati dove, ovviamente, guadagneranno il doppio. C’è un problema di personale che non c’è. Nessuno ha programmato l’ingresso di medici in relazione ai pensionamenti, ha considerato la mancata specializzazione e nessuno ha immaginato di integrare i trattamenti retributivi per il personale medico pubblico”.

Il governatore si è detto soddisfatto dei risultati ottenuti sul riparto del fondo sanitario nazionale. “In questi ultimi dieci giorni abbiamo avuto due grandi soddisfazioni politiche: quella sull’autonomia differenziata e l’altra ha riguardato la sanità. Per la prima volta hanno deciso di considerare anche il livello di deprivazione sociale, cioè lo stato di povertà in alcuni territori, e anche l’aspettativa di vita che in Campania è più bassa rispetto al resto d’Italia”, ha affermato De Luca. Abbiamo fatto almeno cinque anni di battaglia all’ultimo sangue per il riequilibrio del fondo del riparto sanitario nazionale. Da dieci anni – ha ricordato – la Campania è stata derubata ogni anno di 220 milioni di euro perché i criteri di riparto del fondo sanitario erano completamente squilibrati”.

Le decisioni sul riparto del fondo sanitario, ha aggiunto De Luca, “ci consentiranno di recuperare nel 2023 i 220 milioni di euro che ci rubavano fino a oggi. Quando in Italia si tratta di fare il riparto dei fondi è, come potete immaginare, una guerra. Nessun territorio rinuncia a nulla. La forza della Campania è che – ha concluso – abbiamo sempre proposto una linea di coerenza, non di avere di più, non vogliamo neanche la solidarietà: vogliamo che ci siano per tutti i cittadini italiani gli stessi diritti e gli stessi doveri”.

Apertura del governatore per quanto riguarda l’autonomia differenziata, dopo gli attacchi di queste settimane al ddl Calderoli (vai all’articolo). De Luca, che venerdì incontrerà il ministro per un confronto sul tema, ha anticipato “di aver già definito le cose principali”. “In pratica – ha spiegato il governatore – è stata accettata la linea della Regione Campania, cioè prima si definiscono i Lep, i livelli essenziali di prestazione per tutta Italia e poi si definiscono i poteri. Da questo punto di vista Calderoli ha fatto una scelta importante perché ha accettato di fare i Lep entro sei mesi, ma faremo di più perché venerdì presenteremo a Calderoli anche un elenco di interventi che si possono fare immediatamente a Costituzione invariata: rapporti con le Sovrintendenze, autonomia per i piani paesaggistici, autonomia della Regione per quanto riguarda i pareri di opere pubbliche di interesse regionale, autonomia per i porti, autonomia per gli impianti energetici alternativi. Insomma, la linea burocrazia zero a cui stiamo lavorando da anni. Queste cose – ha concluso – le possiamo fare da subito, in due mesi, poi in sei mesi faremo la revisione dei livelli essenziali di prestazione per l’autonomia”.

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