Il Napoli impatta 1-1 in casa contro il Torino. Il pareggio è giusto ma troppo amaro perchè arriva a due minuti dalla fine con un retropassaggio sciagurato di Aronica appena entrato.
IMBATTIBILITA’. La sfida mette contro la squadra mai battuta in casa contro la formazione che fuori casa non ha mai perso.
FORMAZIONI. Torna Cavani in coppia con Pandev e Dzemaili rileva Inler. A sinistra Zuniga non recupera e gioca Dossena. Il Toro dell’ex Ventura ha il classico 4-2-4 che senza palla diventa 4-4-2.
MODULO. Nella conferenza di sabato Mazzarri aveva previsto una squadra scorbutica in grado di gestire a lungo il possesso-palla. Il tecnico toscano cerca le contromisure giocando per la prima mezz’ora con un insolito 5-4-1 in cui Maggio e Dossena fanno i terzini e Pandev e Hamsik sono molto larghi quasi in linea con Dzemaili e Behrami.
HAMSIK. Per una volta torna centrocampista a tutti gli effetti. Quest’anno ha sempre giocato più avanzato poco più dietro di Cavani e quasi in linea con Pandev o Insigne: contro il Toro Mazzarri vuole un uomo in più in mezzo e chiede di abbassarsi allo slovacco. Marek non assicura punti di riferimento, svaria in tutte le zone del centrocampo offrendo la sponda ai centrali svizzeri o guidando la ripartenza partendo più esterno (più da sinistra).
GOL. Classica rimessa lunga in zona d’attacco, inserimento di Hamsik e mezza papera di Gillet. Il Matador è al posto giusto al momento giusto. Sembra la partita perfetta: possesso palla per il Toro, pressing e contropiede per il Napoli. Ma il pressing del Napoli non ci sarà.
POSSESSO. Il Toro non butta mai la palla con una gestione a lungo stucchevole e infruttuosa, aprendo sugli esterni e cercando l’imbeccata centrale ma il Napoli non si scompone. Il problema è che gli azzurri arrivano sempre secondi sul pallone lasciando il controllo agli avversari: il Napoli perde in lucidità, in efficacia e in brillantezza. Alla fine il Toro avrà quasi il 60% di possesso e 11 corner.
SECONDO TEMPO. Il Napoli conclude verso la porta una sola volta (Hamsik sull’esterno della rete a Gillet battuto). L’ultima mezz’ora Mazzarri schiera un 5-3-2 per proteggere la difesa, cercare superiorità in mezzo (da dove nasce la manovra granata) e lanciare il contropiede. Entra Insigne per un Pandev ancora inutile ma neanche il talentino napoletano incide. Gli errori di misura si susseguono e danno coraggio al Torino.
STANCHEZZA (?). Da dodici anni Mazzarri punta sugli esterni ma al momento Maggio e Dossena non ce la fanno anche se a destra si nota meno per la spinta offensiva di Campagnaro, il più in forma. Quindi il gioco si sviluppa al centro dove è necessario un attaccante che tenga la palla e giochi di sponda: Pandev. Ma la luce del macedone si è spenta e anche ieri non ne ha tenuta una risultando un impaccio allo sviluppo del gioco.
TESTA (?). Gli errori di ieri sono stati due: Hamsik che mette a sedere Gillet e poi è inspiegabilmente frettoloso e non centra la porta ormai spalancata e l’assist di Aronica a Sansone. Sono due errori emozionali che testimoniano una certa paura che si è impadronita della squadra da quando tutti sanno di essere (almeno considerati) l’anti –Juve.