Lo scorso 27 settembre, nell’aula del Senato, sono state discusse ed approvate le mozioni nn. 511 (testo 2), 689 e 690, sulla valorizzazione delle aree archeologiche e storico-artistiche campane. Le disponibilità economiche del “Grande Progetto Pompei“, pari a 105 milioni di euro, tardano ad arrivare e ciò, sostiene Antonio Pasqua Recchia, Segretario Generale del MiBAC, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è dovuto alle pratiche e i protocolli richiesti dall’UE per allontanare le mani della criminalità organizzata, da tutte le fasi dei lavori di restauro, e garantire legalità e trasparenza.
Per questo, il Senato, ha deciso di praticare un’azione incisiva verso il Governo sostenendo le proposte e rilevando che non mancano né i fondi per la manutenzione né la forza lavoro. Basta avvalersi del Ministero per i Beni culturali e le sue collaborazioni come Ales, Arte Lavoro e Servizi S.p.A., la società In House del MiBAC, impegnata da oltre dieci anni in attività di supporto, oppure, rivolgersi a professionisti qualificati.
Importante, sarà indire, entro la primavera prossima, una conferenza internazionale sul futuro di Pompei e delle disastrate aree archeologiche vesuviane. L’urgenza è stata accolta, e ad eccezione dei voti della Lega, le mozioni, bipartisan, finalizzate a garantire un immediato sostegno economico al sito archeologico di Pompei sono state approvate. Il Governo dovrà garantire la manutenzione necessaria per evitare altri danni imminenti, nelle zone archeologiche di Pompei, Oplontis, Ercolano, Stabia e Boscoreale, preannunciati anche dalla Soprintendente Speciale Beni Archeologici di Napoli e Pompei, Teresa Elena Cinquantaquattro.
Pompei è una realtà archeologica, storica e monumentale tra le più importanti del patrimonio culturale italiano, per tanto, è di vitale importanza garantire da subito la salvezza di “Siti già più volte e gravemente colpiti dal maltempo, dall’incuria, dall’assenza di tecnici, passati in pochi anni”, ha sottolineato Francesco Rutelli primo firmatario, “Da novanta a tre”.
Pompei è la prova tangibile del fallimento della politica. L’Italia ha il più importante patrimonio culturale al mondo, ma la cultura contribuisce per poco più del 2% al prodotto interno lordo del Paese, meno della metà di Francia e Germania. Il margine di crescita è evidentemente enorme, per questo ci auguriamo che queste necessità d’interventi sui beni culturali, Pompei in prima linea, ma anche il Colosseo e le altre meraviglie italiane siano realizzati. Restauri e manutenzioni conservativi per la salvaguardia dei luoghi, ma anche finalizzati alla valorizzazione dei siti stessi e dei servizi ad essi correlati.
Solo così sarà possibile consentire il decollo di imprese innovative utili al rilanciare il settore Turismo. Il comparto, volano dell’economia, non deve più scontare la pesante assenza di organizzazione ed anche se la domanda verso l’Italia è ancora alta, non possiamo più prescindere dal dare servizi efficienti: infrastrutture e trasporti.