Il Napoli pareggia 2-2 contro il Milan più debole degli ultimi 26 anni. In vantaggio per due a zero dopo mezz’ora questa volta la rimonta la subisce. I gol di Inler e Insigne per il Napoli, la doppietta del capocannoniere El Shaarawy per il Milan.
FORMAZIONE-1. Il Napoli al completo con Dzemaili al posto di Behrami squalificato e Insigne dentro per Pandev che non recupera dalla distorsione alla caviglia: Lorenzo si piazza più sul centrodestra cercando di sfruttare i varchi aperti da Cavani.
FORMAZIONE-2. Milan in piena emergenza in difesa – alzi la mano chi non ha ridacchiato nell’immaginare la contrapposizione Cavani/Insigne vs Mexes/Acerbi – e con il 4-3-3. Berlusconi vuole Montolivo in regia e Allegri lo mette interno destro, vuole Boateng falso nove e Allegri lo mette ala destra, vuole Pazzini, Pato e Robinho in campo e Allegri li mette in panca. Come prima punta sceglie Bojan che non può fare a spallate con il ruvido Cannavaro delle ultime giornate ma che quando prende palla più dietro e riparte lascia indietro gli avversari. Due ripartenze dell’ex Barcellona portano a due falli da dietro di Cavani e all’ammonizione (per fortuna Bergonzi ne vede solo uno) che farà saltare il Cagliari al Matador.
ABBIATI. Pronti via il Napoli è avanti: tiro da fuori di Inler e papera di Abbiati. La partita si mette così come nei sogni di Mazzarri perché il Milan si deve scoprire e il Napoli può far male in contropiede. Dopo mezz’ora Maggio serve a Insigne un rasoterra in area che Lorenzo dopo un doppio rimpallo – prima Acerbi e poi Abbiati – spedisce in porta.
CONFUSIONE. Mazzarri è in confusione: non ce la fa ad abbandonare la sua fede da quando ha messo piede in un campo da calcio, la difesa a tre, ma sa che contro un tridente giocare a quattro non sarebbe male. Quindi non ha né il coraggio di cambiare idea né quello di sostenere le proprie convinzioni fino in fondo: ne esce una poco salutare via di mezzo. Perché il Napoli in fase di possesso ha il modulo classico con la difesa a tre mentre quando attacca il Milan, Zuniga si mette quarto basso a sinistra e Hamsik quarto di centrocampo sulla stessa fascia. Ma nessuno dei due garantisce le distanze proprie di un ruolo inventato per l’occasione e quindi Boateng vince il duello con Zuniga e Hamsik perde lucidità in attacco. E’ buona anche la prova di De Sciglio che segue Boateng, scambia con Montolivo – Allegri avvicina Montolivo a Boateng in maniera intelligente – e serve pure l’assist al faraone sul finire del primo tempo.
CENTROCAMPO. Le coppie centrali giocano bene da entrambi i lati: Inler (migliore nel Napoli) e Dzemaili sono alla pari con Montolivo e Nocerino. Il problema è più sugli esterni dove Allegri richiama una punta a turno: Boateng a destra e El Shaarawy a sinistra fanno un gran lavoro riducendo di molto il potenziale offensivo di Zuniga e Maggio. E, si sa, se il Napoli cala sulle fasce è difficile che porti a casa la partita.
INSIGNE-MESTO. Va bene che Insigne non era al 100%, va bene che i suoi rientri offensivi erano inefficaci, va bene anche che in posizione centrale e costretto a compiti difensivi è un giocatore qualunque perché perde sprint e fantasia negli ultimi30 metri, ma togliere Lorenzo per inserire Mesto lascia perplessi. Da un punto di vista tattico il Napoli gioca con un 3-5-2 puro (i tre interni di centrocampo da destra a sinistra Mesto, Inler, Dzemaili) con le contrapposizioni Mesto vs Nocerino, Dzemaili vs Montolivo e Inler più basso davanti alla difesa. Dal punto di vista psicologico invece significa accontentarsi del minimo vantaggio a più di mezz’ora dalla fine e potendo sfruttare il tanto caro contropiede. Fatto sta che è quasi un contropiede quello che porta al 2 a2 finale in cui El Shaarawy lascia indietro Campagnaro e viene tenuto in gioco da Gamberini a cui Mazzarri non aveva ancora comunicato se la difesa in quella fase di gioco doveva essere a tre o a quattro.